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domenica, Aprile 28, 2024
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Saviano condannato per diffamazione, chiamò ‘bastarda’ Giorgia Meloni: “Vado via dall’Italia”

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Condannato per diffamazione Roberto Saviano. La vicenda risale ad un dibattito andato in onda su La7 nel 2020; durante l’occasione, lo scrittore definì l’allora leader di Fratelli d’Italia: Giorgia Meloni, una ‘bastarda’.

Le dinamiche della puntata e la fase degenerativa 

Durante una puntata di ‘Piazzapulita’ su La7 a dicembre 2020, le esposizioni dei protagonisti rispetto alla tematica, in quel momento, trattata, assunsero dei toni intemperanti. Indiscusso oratore dell’occasione: Roberto Saviano. Il celebre scrittore, però, secondo la legge e la liceità della trasmissione aveva valicato la soglia del rispetto. Mentre discuteva animatamente riguardo alla questione dei migranti, un ambito che riscuoteva un’importanza determinante, definì Giorgia Meloni, ‘una bastarda’. Da quel momento, si è investita, contro Saviano, una causa che l’ha portato a dover sopperire ad una multa di 1000 euro.

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Le parole di Saviano 

“Perdere oggi è esempio di ciò che accadrà domani- dichiara Saviano senza scomporsi- questa situazione induce a comprendere con più chiarezza quello che stiamo vivendo. Il potere esecutivo cerca in ogni momento di intimidire chiunque racconti le loro bugie. Al di là di tutto, sono fiero di aver condotto questo processo. Il giudice ha riconosciuto un aspetto morale e questo mi ha fatto sorridere. Ho inoltre notato, che in questi mesi, e lo si può dedurre anche dalla cancellazione della trasmissione che, il governo è pronto a tutto per fermare, non tutti, ma solo coloro di cui teme la voce e il pensiero”.

“Questo è proprio il metodo di Orban che ha chiesto come parte civile 75mila euro. Uno degli obiettivi di questo governo, infatti, è quello di imporre timore in chiunque sia disposto a contestare attraverso metodologie economiche. Questa macchina politica non si fermerà, ho ancora processi con Salvini e con i loro amici, ma non mollo contro queste bande. In fondo non c’è onore più grande per uno scrittore che vedere le proprie parole portate al giudizio perché il capo del governo le teme”. 

Lo sviluppo del processo

“Ritengo che il comportamento di Giorgia Meloni sia un’intimidazione effettiva. Eppure non c’è soddisfazione più grande per uno scrittore che vedere le proprie parole portate in giudizio, in quanto fonte di paura per un potere così potente e menzognero. Rivendico tutt’ora la leggittimità della mia critica, perché un giorno, quando bisognerà stilare la lista dei colpevoli della morte di quelle persone in mare, il mio nome non comparirà tra quello dei complici. Davvero stiamo concedendo al potere moltico di apporre dei margini alla libertà di espressione di uno scrittore? E’ davvero difficile notare la sproporzione tra chi ha il potere e chi invece solo le proprie parole? Impedire il dissenso avrebbe lo stesso significato di colpire a morte il cuore pulsante della democrazia. Queste alcune delle dichiarazioni pronunciate da Saviano durante il processo con Giorgia Meloni.

La didesa di Giorgia Meloni  

Il termine bastardo è sempre un insulto e non una semplice critica. Anche per il vocabolario italiano il termine assume una nota dispregiativa. Affermare che Giorgia Meloni stia perseguitando qualcuno è totalmente falso. I toni utilizzati -riferendosi a quelli di Saviano – risultano eccessivi, aggressivi e offensivi; è possibile fare critica ma nessuno è al di sopra del codice penale”. Così conclude il legale di Giorgia Meloni, Luca Libra. L’avvocato, in conclusione, ha richiesto un risarcimento di 75mila euro più una provvisionale non inferiore a 50mila euro.

 

 

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