Tre arrestati e due ancora irreperibili tra cui il boss Nicola Rullo. Questo il ‘bilancio’ dell’operazione condotta dagli uomini della squadra mobile (sezione criminalità organizzata) guidata dal dirigente Giovanni Leuci e coordinati da Giuseppe Sasso. Le manette sono scattate per Armando Reginella, Carlo Di Maio e Marcello Madonna mentre è attualmente ricercato proprio Rullo che forse annusando di essere finito nuovamente nel mirino della Procura si è dato alla macchia. Un’altra persona è irreperibile. I cinque si sarebbero resi protagonisti del sequestro lampo del figlio di un imprenditore per un debito da questo contratto di circa 300mila euro.
Le minacce della banda
Il padre del sequestrato sarebbe stato minacciato dalla banda che, attraverso una videochiamata, gli avrebbero fatto vedere il figlio col volto tumefatto e legato. L’imprenditore avrebbe così deciso di denunciare il tutto e di far arrestare i suoi aguzzini. Gli inquirenti sostengono che Rullo fosse il mandante del sequestro, il quale è stato orchestrato con la modalità tipica dei gruppi camorristici.
Durante il raid, il figlio dell’armatore è stato rapito e rilasciato solo dopo un giorno di incubo. Nei giorni scorsi la notizia era filtrata mentre i fari si sono subito accesi su Rullo, libero dallo scorso agosto e, secondo le recenti informative, subito tornato alla guida de suo gruppo.
La decisione dei giudici
A porre fine alla sua detenzione era stata la Corte di Cassazione che, accogliendo in toto le argomentazioni dei suoi legali, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Andrea Imperato, aveva confermato l’orientamento già espresso dal giudice dell’esecuzione del tribunale di Novara che cumulando diverse sentenze per associazione aveva riconosciuto al boss una significativa riduzione per cumulo di pene. In pratica per il giudice sarebbe stata già assorbita gran parte dell’accusa associativa con Rullo che avendo così già scontato la sua pena aveva fatto ritorno a Napoli.