Arriva il grido di dolore di un’altra categoria finita in crisi per l’emergenza Covid, si tratta del settore autoscuole. A scriverci è Massimiliano D’Avino, insegnante Istruttore Esperto Aziendale”, di Qualiano.
“Gentile Direzione Giornalistica ,
Sono un ’imprenditore nel settore Autoscuole e rappresento un consorzio di Autoscuole denominato C.A.N, “Consorzio Autoscuole Napoletane che raccoglie la categoria di alcune di queste su Napoli e Provincia .
La mia è la necessità di denunciare quanto sta accadendo oggi in virtù della emergenza virale e del contenuto del nuovo Dpcm Fase -2 , un paradosso all’italiana.
Le scuole guida restano ufficiosamente aperte al pubblico ma senza la possibilità di erogare i servizi al cittadino. Il codice Ateco per le autoscuole non è mai stato bloccato. Quindi in teoria dal 4 maggio potremmo riaprire ma ordinanza Ministeriale preclude la possibilità di formazione teorica e pratica in sede e di esami connessi alla preparazione presso le UMC di competenza.
Dagli inizi di marzo sono ferme tutte le iscrizioni e i corsi. C’è mancanza di liquidità, ma i titolari stanno pagando regolarmente spese legate ad utenze, stipendi e contributi, bolli, assicurazioni, affitti di locali e box auto.
Molti imprenditori sono sull’orlo del fallimento, anche perché da gennaio viene applicata l’Iva al 22% alle patenti di categoria B.
D’altronde nessun titolare ha ancora percepito il bonus di 600 euro , nessun dipendente ha beneficiato della cassa integrazione in deroga per non parlare del sostegno di Banche e di Uffici Postali per la richiesta dei 25mila euro ( Caro Presidente Conte il cuore di questi istituti non batte come lei vorrebbe, se le garanzie di uno Stato sono niente per aiutarci, si figuri chi possa mai darci credito nella nostra disperata situazione . )
Chiedo aiuto al fine che si possa raggiungere in tutti i modi possibili le corde vocali dei cuori misericordevoli di chi ci governa e auspicare un aiuto concreto a sopravvivere e non distruggere un settore di 7000 unità che danno lavoro a 30mila persone in Italia tra insegnanti, istruttori e personale di segreteria altresì parte lodevole di una economia che tiene gli stipendi della Categoria denominata Stato.
Non illusioni e contentini di comodo ma fatti concreti di sostegno alla categoria. Si può vivere convivendo con il virus e siamo pronti a farlo ma non si vive con l’idea di costante e soffocante idea di un cappio al collo per una morte annunciata dalle incompetenze”.