E alla fine per il ‘giudice-poeta’ è arrivata la sospensione dalle funzioni e anche dallo stipendio. La decisione è della Sezione disciplinare del Csm nei confronti di Ernesto Anastasio, magistrato del tribunale di sorveglianza di Perugia. La sua vicenda è nota: ha accumulato un arretrato di 858 fascicoli e da circa 10 anni subisce contestazioni per i suoi ritardi. Anastasio, 54 anni, napoletano di Piano di Sorrento, era stato trasferito in Umbria da Santa Maria Capua Vetere. Nel cui tribunale aveva raccolto lo stesso tipo di accuse.
L’ordinanza del Csm
Per l’organo di controllo della magistratura Ernesto Anastasio “è un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro“; e questo avviene “gettando discredito sull’intera amministrazione giudiziari“. È scritto pari pari nell’ordinanza della Sezione disciplinare del Csm che con il provvedimento di sospensione ha accolto la richiesta della Procura generale della Cassazione. L’intervento serve a evitare “ulteriore grave pregiudizio” ai diritti del detenuti e al funzionamento del tribunale di sorveglianza di Perugia, è scritto ancora.
Anastasio si era difeso di persona davanti alla Sezione disciplinare del Csm. “Non sono un idiota che si diletta a scrivere poesie e combina solo scelleratezze sul lavoro… qualcosa la capisco anche io e posso dire che in Italia non è vero che vanno separate le carriere di giudici e pm, ma quelle tra Civile e Penale. Ma questa è una verità della quale non si vuole nemmeno sentir parlare“, aveva dichiarato il giudice oggi sospeso. A Perugia, dove ha accumulato oltre 800 provvedimenti non depositati, era giunto dal vecchio tribunale casertano dove nel 2021, prima del suo trasferimento, si contavano 214 sentenze non redatte nei termini da parte sua. “Sono certo che non morirò magistrato“, aveva anche detto ai colleghi del Csm. Davanti ai quali, a sua difesa, aveva però anche precisato che “fare ora il magistrato di sorveglianza mi piace e vorrei portare a termine il quadriennio”.