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venerdì, Aprile 26, 2024
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Terremoto nel Mar Egeo, oltre 80 morti e 1000 feriti: bimba di 3 anni salva sotto le macerie

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Si aggrava ancora il bilancio in Turchia del sisma di venerdì scorso nel mar Egeo. Le vittime accertate nella provincia occidentale di Smirne sono diventate 83, mentre i feriti aumentano a 962. Tra questi, 219 si trovano tuttora ricoverati in ospedale e almeno 4 sarebbero in gravi condizioni. E mentre le attività di ricerca e soccorso proseguono tra le macerie di 6 edifici. A seguito dei controlli di sicurezza le autorità hanno stabilito che 58 palazzi a rischio crolli dovranno essere abbattuti con urgenza. Altri 397 edifici hanno invece subito danni lievi e 66 danni di media entità. (ANSA).

Una bimba di appena 3 anni di nome Elif, è stata miracolosamente estratta viva e solo leggermente ferita dalle macerie della sua casa, a 65 ore dal sisma che ha colpito il mar Egeo.

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Sisma e tsunami nel Mar Egeo , la ricostruzione dell’Ingv

Un terremoto molto forte, seguito da uno tsunami con correnti forti, onde alte un metro e inondazioni che si sono estese per circa 200 metri in città e nelle case: queste le conseguenze del sisma di magnitudo 7.0 avvenuto alle 12.51 italiane con epicentro in mare nel Dodecaneso, a Nord dell’isola greca di Samos e vicino alle coste turche. Una zona non nuova a eventi del genere, visto che sono numerose le faglie lì attive.

Pochi chilometri più a nord infatti nel 2017 ci fu il terremoto di magnitudo 6.7 che colpì l’isola greca di Kos e la città turca di Bodrum a luglio, e un mese prima nella provincia di Smirne, città anche oggi duramente danneggiata dal sisma. “E’ una zona molto sismica sia sulla costa che in mare, perché ci sono parecchie faglie attive. Il sisma di oggi è avvenuto su una faglia orientata a est-ovest, ed è dovuto al movimento di estensione della crosta del mar Egeo da nord a sud”, spiega il sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

Si tratta di faglie “grandi, lunghe almeno 40 chilometri per 10 chilometri di profondità. Interessano un’area ampia vicino alla costa e l’energia si propaga anche a distanza”. In quell’area c’è il blocco turco-anatolico, che si muove abbastanza rapidamente verso ovest, in direzione dell’Egeo, sotto la spinta dell’Arabia, mentre in tutto l’Egeo, con Creta e le altre isole, ci sono deformazioni con faglie attive, che riaccomodano questi movimenti.

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