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venerdì, Aprile 26, 2024
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Tesoro da 222 mln di confiscato all’ecomafia, rischio restituzione per decorrenza dei termini: protesta degli ambientalisti

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Nel 2019 fu confiscato in primo grado il patrimonio da 222 milioni di euro ai tre fratelli Pellini, imprenditori di Acerra dello smaltimento dei rifiuti, condannati in via definitiva per disastro ambientale nei territori di Acerra, Caivano, Qualiano e Bacoli.
Si tratta, però, di un provvedimento provvisorio, che deve superare i tre gradi di giudizio a causa del ricorso opposto dai tre condannati a sette anni di reclusione, in base alle risultanze del processo, per aver scaricato milioni di tonnellate di veleni nelle campagne e nei canali tra Acerra e tutta l’area a nord di Napoli. A ogni modo grazie a una serie di sconti di pena i condannati per disastro sono già liberi da molto tempo.

Dopo il processo di primo grado che ha stabilito la confisca, i giudici di secondo grado non hanno ancora emanato la loro sentenza. Se questa sentenza di secondo grado non dovesse uscire entro i 18 mesi a partire dalla prima udienza, l’enorme tesoro confiscato (case, ville, automobili di lusso, aziende, elicotteri, conti correnti bancari) potrebbe essere restituito per legge grazie alla decorrenza dei termini, almeno stando all’allarme appena lanciato dagli ambientalisti.
Per questo all’esterno del Tribunale di Napoli c’è stata una protesta degli ambientalisti acerrani guidati da Alessandro Cannavacciuolo e Antonio Montesarchio per chiedere al presidente della VIII sezione penale della Corte di Appello d Napoli, dott.ssa Caturano,di scongiurare il rischio della restituzione dell’intero patrimonio confiscato in primo grado ai fratelli Pellini.
“I Giudici non devono tentennare ed emettere la sentenza. Restituire ai Pellini il patrimonio confiscato vorrebbe dire commettere un’enorme ed assurda ingiustizia e gettare alle ortiche anni ed anni di battaglie conto il fenomeno del terra dei fuochi.”- dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “Per evitare che possa verificarsi questa assurda sitauzione, abbiamo deciso di portare il caso In parlamento chiedendo l’intervento dei Ministeri dell’Ambiente e della Giustizia. Non permetteremo che quei criminali l’abbiano vinta.”

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