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venerdì, Aprile 26, 2024
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Ucciso a casa della fidanzata, arriva la decisione per gli assassini di Marco

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È arrivata la sentenza, accolta con rabbia dai tanti presenti in aula, per la morte di Marco Vannini, ucciso da un colpo di pistola il 18 maggio del 2015 a Ladispoli, in provincia di Roma. Il Tribunale della Capitale ha condannato a 14 anni di carcere Antonio Ciontoli. Assolta la fidanzata di Federico Ciontoli, Viola Giorgini, accusata di omissione di soccorso. La Prima Corte di Assise ha condannato inoltre a 3 anni per omicidio colposo la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo, e i due figli, Martina e Federico.

Marco Vannini fu ucciso in casa della fidanzata, dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. Per il suo omicidio, tre anni dopo, è stata dunque condannata tutta la sua famiglia, tranne la fidanzata: ma solo per Antonio Ciontoli è stato riconosciuto l’omicidio volontario. «Questa decisione è vergognosa, non posso più credere nella giustizia», ha gridato Marina, la madre di Marco, dopo la sentenza. «Mi hanno ammazzato il figlio a vent’anni per due volte, questa è una sentenza vergognosa», ha concluso la donna.

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Il giudici della I corte d’Assise hanno disposto una provvisionale di 400 mila euro in favore dei genitori di Vannini. Lasciando il tribunale Marina, la mamma di Marco, ha continuato a contestare la decisione dei giudici che hanno riconosciuto l’omicidio volontario solo per Antonio Ciontoli condannandolo a 14 anni di carcere a fronte dei 21 richiesti dalla Procura. «Riconsegnerò la mia scheda elettorale perché mi vergogno di essere una cittadina italiana – ha affermato la donna -. Loro sono liberi, anzi sono sicura che stanno festeggiando, mentre mio figlio è morto a vent’anni. Quell’uomo ha fatto sì che mio figlio morisse, Marco urlava come un disgraziato in quella casa…e gli dai solo 14 anni?».

E ancora: «quale messaggio arriva dalla giustizia ai giovani? Che puoi uccidere chiunque e andare in giro come se niente fosse. Dentro quell’aula c’è scritto che la giustizia è uguale per tutti. Maledetta quella notte e maledetti loro. Fatevi sentire perché non è giusto che paghino solo le mamme a cui ammazzano i figli. Ho sempre confidato nella giustizia, ma oggi capisco che la giustizia è dalla parte di chi uccide».

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