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Melito al ballottaggio, la sfida è tra Di Gennaro e Tuccillo

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– Lo scontro sarà tutto interno al centrosinistra. Finiscono, infatti al ballottaggio, Giampiero Di Gennaro (sostenuto da Margherita, Udeur, Di Pietro e Sdi) e Bernardo Tuccillo (Ds, Prc, Verdi, Comunisti italiani e civica «Con Tuccillo per i diritti e la legalità»). La percentuale parziale dei votanti (20 sezioni scrutinate su 32) vede in testa Di Gennaro col 41,16%, rispetto a Tuccillo, che è a quota 35 %. Dopo quasi sei mesi di commissariamento, seguito alle dimissioni della maggior parte dei consiglieri, a Melito si dovrà attendere altri quindici giorni per conoscere il nome del sindaco. La campagna elettorale è stata molto intensa con un dibattito sui soliti temi caldi: sicurezza, degrado sociale, carenza di infrastrutture. Melito scoppia. Secondo i dati Istat, alla fine del 2001 ha tagliato il traguardo dei 34mila residenti e per questo è stato aggiornato anche il numero dei consiglieri comunali eletti (30 anziché 20). Una stima che non terrebbe conto di altre 10mila persone, senza contare che sul territorio, di appena 3 kmq, transitano ogni giorno 20mila pendolari che da Giugliano, Aversa e Sant’Antimo si spostano in direzione Secondigliano e Napoli centro.
Un vero caos. La presenza di questa folla si scontra con una il fatto che una serie di servizi e infrastrutture purtroppo, restano parametrate sulle esigenze di meno della metà dell’attuale popolazione. Così in campagna elettorale sono state riproposte le questioni del traffico, della carenza di spazi verdi, fogne, rete idrica e illuminazione. Ma anche del degrado sociale, della carenza di trasporti, di aree per il tempo libero e di parcheggi. Il traffico fa impazzire gli automobilisti e fa dannare i commercianti. Da anni il destino di via Roma (senso unico o doppio senso) alimenta un vespaio di polemiche. Bisognerà poi affrontare il dramma delle cattive condizioni delle scuole cittadine, devastate di continuo dalle incursioni notturne dei vandali.
Anche in seguito alle aggressioni e alle violenze denunciate dal centrosinistra, la sicurezza è stato uno degli argomenti più gettonati nel corso della campagna elettorale. Pochi i vigili per strada. A disposizione del comando di polizia municipale ci sono 14 uomini, compreso il comandante, divisi su due turni e oberati anche dalle incombenze di ufficio. A rendere Melito invivibile, poi, ci sono tante ataviche emergenze. Tra queste le più gravi sono la carenza idrica e l’assenza di luoghi per il tempo libero.
La campagna elettorale è stata anomala anche per l’alto numero di aspiranti sindaco. I candidati sono passati prima da sei a sette, per poi ritornare di nuovo sei. La mattina della presentazione delle liste i candidati erano 7, quattro in più rispetto alle amministrative del ’99. Gli schieramenti principali si sono presentati divisi. Il centrosinistra con Ds da un lato e Margherita dall’altro. Il centrodestra con An e Forza Italia con un candidato, Udc e Nuovo Psi con un altro. A presentazione delle liste giù avvenuta, però, il Polo ha deciso di ricompattarsi in extremis.
Il settimo candidato, poi ritirato, era il deputato di collegio Ciro Alfano. La sua candidatura era stata proposta dopo lo sdoppiamento di una coalizione, causato dal ritiro all’ultimo minuto del sindaco uscente Antonio Amente, in testa a Udc, Nuovo Psi e Melito 2000. Un vero caos. Mentre la lista civica si è messa subito in corsa con il proprio capolista, gli altri due partiti hanno puntato su Alfano. Solo dopo una settimana i politici hanno deciso di compattare la Casa delle Libertà sul candidato di An e Fi, Rosario Concordia. Tra gli outsider: le civiche Rinascita melitese, Melito 2000 e Fiamma tricolore. I 27mila elettori di Melito hanno votato in 20 sezioni, dislocate in tre scuole, scegliendo i propri rappresentanti tra i 391 candidati nelle 14 liste.



TONIA LIMATOLA- IL MATTINO 27 MAGGIO 2003

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