da MARANO
“Me ne vado. Bertini però non si illuda: lo terrò d’occhio”. Così Gianfranco Scoppa, capogruppo consiliare di Alleanza nazionale a Marano, dice addio alla carica di consigliere. “Lascio la poltrona, ma non abbandono la politica”. Il perché delle dimissioni? L’esponente di An non lo rivela. “Nessuna crisi col partito, nessuna motivazione di ordine amministrativo. Mi dimetto per questioni prettamente personali”. E si limita a definire il suo “un atto di coerenza politica e di assoluta trasparenza”. La poltrona lasciata libera sarà occupata probabilmente da Saverio Santoro, primo candidato non eletto nelle fila del partito di Gianfranco Fini.
Prima di congedarsi, Scoppa non risparmi un duro affondo alla “fascia tricolore” di Marano, Mauro Bertini. Lo fa dal suo studio medico di via Lazio, tra una sigaretta fumata nervosamente e l’occhio incollato all’orologio. “Bertini non gioisca troppo delle mie dimissioni. Lascio lo scanno del seggio comunale, ma non la politica. Bertini resterà sempre sotto la mia personale ed attenta riflessione. Non mi distrarrò un solo attimo dai suoi comportamenti che spesso giudico incivili”. Nel mirino di Scoppa le dichiarazioni rilasciate giovedì a “Cronache” dal primo cittadino di Marano. “Bertini sbaglia quando addossa all’opposizione la colpa dell’insediamento in Municipio della Commissione d’accesso. I funzionari del prefetto sono a Marano per garantire anche lui. E quando dice con la volgarità che gli è propria che ‘in caso di commissariamento, la gente sputerà in faccia ai responsabili che hanno portato la Commissione a Marano’ dimentica una cosa fondamentale. Non voglia Iddio che il Comune venga commissariato per collusioni con la camorra: il destinatario di quel gesto di offesa sarà lui in prima persona”. Per l’ormai ex consigliere “il sindaco di Marano assume un comportamento isterico”. “Se fossi in Bertini e avessi la sicurezza di non aver avuto rapporti compromettenti, aspetterei serenamente l’esito dei lavori – dice -. Bertini, invece, reagisce rabbiosamente, spara addosso all’opposizione attribuendole responsabilità che potrebbero essere solo sue”.