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giovedì, Luglio 4, 2024
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Il presidio di Taverna del Re: «Basta tirare a campare»

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E’ chiaro ed evidente che per l’amministrazione di Giugliano l’ennesima emergenza rifiuti è il paravento per nascondere il proprio immobilismo e la non volontà di attuare quelle pratiche che puntano a risolvere il problema dei rifiuti sul nostro territorio. La notizia di questi giorni è che ci sarebbe da parte dell’amministrazione l’intenzione di usare la piazzola di Taverna del Re per un sito di trasferenza temporaneo per Giugliano; piazzola che a sua volta è stata già utilizzata nella penultima emergenza quando, per liberare dai rifiuti la città di Napoli, su richiesta del Presidente della Provincia Cesaro si sono depositate 7500 tonnellate di rifiuti.
Ancora una volta si tenta di affrontare il problema senza alcuna progettualità e alla giornata. Il Presidio di Taverna del Re ha incontrato il Sindaco alcuni mesi orsono presentando un documento che conteneva indicazioni per risolvere il problema dei rifiuti. In quell’incontro chiedemmo ancora una volta che venisse convocato un consiglio comunale monotematico sui rifiuti e sulla gravosa questione del sito di Taverna del Re, chiedemmo che fosse aperto ai cittadini e alle associazioni, con confronto e con la presenza di esperti da entrambe le parti. Siamo ancora in attesa di sapere quando questo confronto sarà possibile.
In questi tre anni dall’insediamento di questa amministrazione sarebbe stato un segnale importante se il sindaco avesse avviato, con i poteri a sua disposizione, una serie di misure immediate volte alla prevenzione e alla riduzione di rifiuti nella città di Giugliano.

Volendo fornire solo alcuni esempi:

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  • 1)      Raccolta capillare rifiuti porta a porta ed eliminazione di tutti i cassonetti;
  • 2)      Sostituzione della TARSU con la tariffa puntuale e l’introduzione del sistema del codice a barre per l’identificazione dell’utente; un sistema che consente di premiare singolo cittadino con detrazioni sulla tariffa legate alla quantità di materiali differenziati;
  • 3)      NO al monouso (piatti, posate, bicchieri), che rappresenta  una notevole quantità dei rifiuti: vietarne l’uso nei locali pubblici (bar etc) e negli appalti di forniture comunali (mense scolastiche, ospedali etc) e disincentivarne l’uso presso le famiglie;
  • 4)      Divieto di confezionamento con monouso dei prodotti al banco (vaschette di plastica o polistirolo che da subito diventano un rifiuto). Favorire la diminuzione degli  imballaggi superflui e la raccolta presso gli stessi supermercati, anche attraverso incentivi al cliente;
  • 5)      Divieto all’uso di sacchetti di plastica non biodegradabile incentivando i commercianti a  sostituirli con sacchetti di carta ed i cittadini a ritornare alla classica borsa per la spesa.
  • 6)      NO all’acqua in bottiglie di plastica e vendita con vuoto a rendere.  Disincentivare l’acquisto gravando il prodotto in plastica di una tassa comunale per lo smaltimento. Promuovere l’acquisto di acqua in bottiglie di vetro con vuoto a rendere. Dotare di agevolazioni gli esercizi commerciali che sceglieranno queste modalità di vendita.
  • 7)      Separazione umido-secco. Avviare la separazione umido-secco con la distribuzione in modo capillare di bidoni per l’umido ed il fogliame a tutti i fruttivendoli, centri commerciali, punti di ristorazione, bar, strutture alberghiere, ospedali,  scuole e gli altri enti pubblici, con la garanzia del ritiro quotidiano dei rifiuti;
  • 8)      Recupero ottimale di carta e cartoni. Riporre i cartoni ripiegati all’esterno del proprio esercizio (e solo a fine giornata), attraverso agevolazioni e penalizzazioni degli esercenti.
  • 9)      Smaltimento dei prodotti elettrici, elettronici e relativi materiali di consumo (cartucce per stampanti, toner per fotocopiatrici, ecc). Far rispettare l’obbligo di ritiro del prodotto vecchio all’atto del nuovo acquisto. Incentivi ma anche controlli e penalità per gli esercenti.
  • 10)      Farmaci e pile. Adottare le misure atte a garantire una capillare diffusione dei contenitori e al loro regolare svuotamento.
  • 11)      Creazione di un impianto di compostaggio a gestione comunale per il recupero della frazione organica, evitando che l’umido finisca in discarica con enormi costi economici ed ambientali.
  • 12)      Censimento delle aziende agricole e protocolli di intesa con le stesse. Attraverso incentivi e la dotazione di compostiere favorire il recupero in autonomia del proprio umido e di quote di umido selezionato prodotto in città (possibilmente quello delle famiglie vicine all’azienda stessa) e distribuzione di compostiere domestiche presso le famiglie che dispongono di giardini e piccoli orti.

Infine, ma non per ultimo, scongiurare l’ipotesi di un impianto di incenerimento sul nostro territorio per bruciare gli oltre 6 milioni di ecoballe.
Come da noi ripetutamente chiesto, il Sindaco avrebbe dovuto attivarsi per trovare soluzioni alternative a questa scellerata soluzione chiamando esperti del settore, indipendenti e non legati mani e piedi alle lobbies inceneritoriste, affinché, dopo un attento studio su quanto realmente contenuto nelle balle, si arrivi a liberare la nostra terra da questa mostruosità senza ulteriori devastazioni del territorio e danni alla nostra salute.

Nulla di tutto questo è avvenuto. I cittadini, come sempre, continuano a subire sulla propria pelle l’inettitudine dei propri amministratori. L’ennesimo uso di Taverna del Re come il tappeto sotto cui nascondere il pattume, non solo è un fatto gravissimo ma l’ennesima dimostrazione dell’inaffidabilità dei nostri politici.

PRESIDIO TAVERNA DEL RE

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