Vendere parte del patrimonio immobiliare per dare ossigeno alle asfittiche casse comunali. E’ una delle strategia che l’amministrazione cittadina è pronta a varare dopo le voci su un possibile default e i rilievi mossi dal collegio dei revisori dei conti. Un piano non più rinviabile, di cui si discuterà alla vigilia dell’approvazione del bilancio, imperniato sull’alienazione (a prezzi calmierati e con l’opzione per gli attuali assegnatari) di una fetta consistente del patrimonio pubblico e sulla verifica dei requisiti degli occupanti delle case popolari. Della necessità di dismettere una parte rilevante del patrimonio immobiliare comunale se n’era già discusso nel corso della precedente consiliatura. La ricognizione dei criteri di assegnazione degli alloggi, tra l’altro, era stata sollecitata dal gruppo consiliare di Sel ed era stata propedeutica all’approvazione di un regolamento ad hoc che avrebbe dovuto dare il là a controlli e verifiche sugli occupanti delle case comunali. Un analogo provvedimento era stato auspicato anche nel 1993, quando un’apposita commissione consiliare si occupò della questione ma senza ottenere alcun risultato. La vicenda, poi, è ritornata prepotentemente alla ribalta nel 2008, quando l’ex assessore al Bilancio Alberto Amitrano dichiarò che “moltissimi assegnatari non pagano il canone condominale e che l’Ente, dal proprio patrimonio immobiliare (case, terreni e depositi), incassa ogni anno 198mila euro anzichè i 500mila euro esigibili”. (Il Mattino 17/08/2011)
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.