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venerdì, Aprile 26, 2024
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E al Parco Saurino continua la protesta

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SANTA MARIA LA FOSSA. Continua senza sosta la protesta a Parco Saurino. I giorni passano tutti uguali, ma i manifestanti non sembrano ancora intenzionati a mollare. “Non molleremo questa volta!”, ci spiegano ogni giorno che ci vedono arrivare, “scrivetele queste cose, fate sapere alla gente come si vive in queste zone!”. E così i manifestanti, agricoltori per lo più, si cimentano in interviste improvvisate, in dialetto il più delle volte, ma che nella loro semplicità racchiudono tutta la buona fede di queste persone che sono preoccupate della grave situazione ambientale di cui soffre da decenni ormai tutto l’agro aversano. E se il popolino, la gente che parla per sentito dire (da parte dei politici o dell’ “amico che sa i fatti”) si divide su chi da la colpa all’ex commissario per l’emergenza Bassolino e chi invece punta l’indice sui consorzi privati di bonifica, buon parte dei manifestanti e di chi partecipa non attivamente alla protesta, osserva e tace. Tace su una questione che è più grande di loro e che per paura o per comodità la gente preferisce evitare di affrontare: l’ecomafia. Quel grande mostro che non ha un nome e che non ha un volto. Quel fantasma che viaggia nel silenzio della notte, mentre tutti dormono e che in tutti questi anni, con la complicità di alcuni privati cittadini senza scrupoli, ha trasportato nei terreni dell’agro aversano rifiuti tossici di ogni genere, danneggiando forse irreparabilmente, come dimostra uno studio dello scorso anno dell’Oms (organizzazione mondiale della sanità) e dell’Istituto Superiore di Sanità, la salute dei cittadini dell’agro aversano. La questione che tiene banco oggi a Parco Saurino però è anche quello che si potrebbe definire il “caso Paolucci”. L’ex sub-commissario per l’emergenza rifiuti, infatti in un intervista rilasciata lo scorso giorno al “Corriere del Mezzogiorno”, si chiedeva, senza dubitare sulla buona fede degli agricoltori e dei cattolici, cosa ci facessero i figli di Francesco Schiavone Sandokan sulla discarica e cosa ci facessero dei fucili (ma sia gli agricoltori che i parroci smentiscano che ci siano state armi) su alcuni trattori. Diverse le reazioni, da quelle del deputato di An Gennaro Coronella che ha deciso di querelare Paolucci per diffamazione, a quelle di Don Carlo Aversano che commenta “tutti hanno il diritto di venire qui a manifestare, non c’è niente di male se c’erano anche i figli di Schiavone”. Più polemico Don Delio Pellegrino che accusa anche il giornalista autore dell’intervista, in quanto secondo il prelato “preoccupato solo di vendere qualche copia in più del giornale, non si è preoccupato del tipo di messaggio stava lanciando. Non siamo dei camorristi – aggiunge il parroco – e Paolucci non ha il diritto di dire quelle cose”. Solo Ettore Corvino, presidente della Coldiretti di Casal di Principe, appare calmo e disinteressato rispetto alla questione. “Non soffermiamoci su polemiche inutili e poco costruttive – è il suo commento – guardiamo in avanti e cerchiamo di trovare una soluzione a quest’emergenza. Non mi interessa dar seguito alle dichiarazioni di Paolucci – taglia corto Corvino – mi interessa solo che la situazione ambientale dell’agro aversano torni alla normalità”.




R. F. – Il giornale di Caserta

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