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domenica, Maggio 5, 2024
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litorale domitio, protesta in regione

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di TONIA LIMATOLA





Con trenta ombrelloni aperti all’ingresso del palazzo provinciale e, poi, davanti alla Regione, gli oltre duecento operatori turistici, aderenti all’associazione di settore «Costa dei sogni», ieri mattina hanno riprodotto una spiaggia virtuale nel bel mezzo del traffico cittadino di Napoli allo scopo di sollevare l’attenzione sul futuro del litorale domizio, tra Pozzuoli e Castelvolturno, compresi i due chilometri e mezzo di Giugliano. «
«Gli investimenti per la bonifica finiscono tutti a Bagnoli, ma anche noi siamo una realtà da sostenere», tuonano i manifestanti dell’area flegreo-giuglianese. Si punta il dito contro la mancanza di un piano integrato di sviluppo socio-economico, e, soprattutto, contro la scarsa qualità dell’acqua di mare. Quella della balneabilità è una vecchia storia, legata al cronico cattivo funzionamento del depuratore di Cuma, la cui ristrutturazione è stata affidata di recente dalla Regione a un’impresa privata, attraverso un bando di “project financing”.
Arriva dai sindacati dei balneari il grido di allarme: «Dopo anni di trascuratezza e abbandono, il litorale di Giugliano non deve più essere un’entità virtuale – dice Adolfo Masullo, vicepresidente nazionale di Fiba – Vogliamo sapere se la ditta vincitrice dell’appalto regionale ha già preso in consegna l’impianto, in che tempi porterà a termine la ristrutturazione del depuratore e in che modo verranno resi innocui gli scarichi inquinanti che arrivano dagli alvei di Quarto e dei Camaldoli».
Insomma, si chiedono garanzie. La vicenda è complessa: dopo anni di estati chiuse in negativo, chi investe fior di quattrini per offrire servizi turistici chiede adesso precise garanzie per un mare più pulito. Il primo impegno è stato strappato ieri? Una delegazione dei balneari verrà ricevuta giovedì mattina dall’assessore regionale all’ambiente, Ugo De Flaviis.
Tre mesi fa i balneari si recarono anche al commissariato per le acque, assieme agli amministratori comunali di Giugliano, e in quella sede si tentò di mettere a punto gli interventi necessari per evitare che gli scarichi fognari finiscano direttamente in mare. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: rimuovere gli ostacoli del processo di depurazione dei liquami che arrivano all’impianto di Cuma attraverso i collettori di Quarto e dell’Alveo dei Camaldoli.
«Basta agli scarichi direttamente in mare – tuona Pasquale Trinchillo, presidente regionale del Sib – Solo così il litorale potrà trasformarsi, da un nostro sogno, in una realtà a beneficio di tutti». E l’associazione «Costa dei sogni», presieduta da Annamaria Lubrano, nasce proprio per far sentire la voce di operatori turistici e residenti che da anni protestano invano contro il degrado che assedia Licola, tra Pozzuoli e Giugliano, Lago Patria, Varcaturo, tra Giugliano e Castelvolturno.
Finora solo interventi sporadici, poi il vuoto. Eppure questa grossa area, con migliaia di realtà economiche che vivono perlopiù con il turismo pendolare, negli anni ’60-’80 era una meta rinomata, ma da tempo l’inquinamento e l’insicurezza sociale scoraggiano i turisti. Ecco perché la categoria chiede ora il sostegno, attraverso un piano integrato, di Regione e Provincia, per arrivare al rilancio definitivo di un litorale che ha grandi potenzialità.





Depuratore di Giugliano sotto accusa





Depuratori ko e mare inquinato sul litorale domitio. Oltre all’attesa ristrutturazione dell’impianto di Cuma, per lo smaltimento degli scarichi resta da sciogliere anche il nodo del depuratore nell’Asi di Giugliano, il cui funzionamento fu sospeso nel ’99 dai sindaci di Giugliano e Qualiano in seguito alle proteste dei residenti, appestati dal cattivo odore. Da allora è in corso un feroce contenzioso tra il Consorzio Asi e la ditta tedesca che gestiva l’impianto sulle responsabilità del cattivo funzionamento del depuratore. Nel frattempo gli scarichi di questa zona finiscono nell’alveo dei Camaldoli, e, attraverso l’idrovora di Licola, ingolfano ulteriormente il depuratore di Cuma.

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IL MATTINO 16 MARZO 2004

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