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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Strage del viadotto: «Il bus aveva i freni rotti»

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Aveva i “freni rotti” il pullman precipitato dal cavalcavia in Irpinia lo scorso 28 luglio dove hanno perso la vita 39 persone. A danneggiare l’impianto frenante sarebbe stato un pezzo staccatosi dal sistema di trasmissione. Ad affermarlo è l’avvocato Andrea Pianese, in una pausa dell’incidente probatorio in corso ad Avellino. Il sistema di trasmissione del pullman precipitato, veniva recuperato circa un chilometro prima del punto dov’è avvenuto l’incidente. Il legale di Villaricca, che ha studio a Qualiano, assiste Clorinda Iaccarino che nell’incidente ha perso il marito e le due figlie. Le condizioni dell’autobus precipitato nella scarpata sono state fin da subito al centro degli accertamenti della Procura. Benchè sottoposto a cicliche revisioni, il mezzo aveva percorso più di 800mila km dall’immatricolazione. Pianese, uscendo dal deposito giudiziario dove sono in corso gli accertamenti tecnici irripetibili sul pullman, ha riferito che il sistema di trasmissione recuperato e sequestrato circa un chilometro prima del punto dove è avvenuto l’incidente «appartiene molto probabilmente al bus che è precipitato dal viadotto. La rottura del sistema di trasmissione – ha spiegato Pianese supportato dai periti e dai tecnici – ha danneggiato il sistema frenante ad aria dell’autobus. In sostanza – ha aggiunto – il bus non aveva più i freni a disposizione quando è avvenuta la tragedia». Il bus – ha spiegato Andrea Pianese – aveva a disposizione anche un sistema frenante meccanico che, però, ha funzionato solo su una ruota. «Questo – ha sottolineato Pianese – potrebbe aver determinato anche una traiettoria irregolare del bus sulla discesa di Monteforte». Pianese, infine, ha reso noto che, insieme al sistema di trasmissione del bus, è stato recuperato anche un altro pezzo meccanico che però non è risultato appartenere al pullman coinvolto nell’incidente. Il primo dei due pezzi, ha aggiunto poi Pianese, è stato confrontato con il resto dell’impianto meccanico di trasmissione del pullman «e le parti corrispondevano». La tragedia, lo ricordiamo, è avvenuta lo scorso 28 luglio. Il pullman rientrava da una tre giorni di vacanza nel Beneventano con 48 persone a bordo. Il pullman terminava la corsa dopo un volo di circa trenta metri da un viadotto dell’autostrada A16 Napoli-Canosa. Sul colpo sono morte 38 persone. Alcuni giorni dopo il bilancio si è aggravato portando a 39 il conto totale delle vittime.

I tecnici di parte. L’ing. Angelo Picascia e il perito Franco De Luca, entrambi di Qualiano, descrivono quello che potrebbe essere accaduto pochi minuti prima dell’ìncidente, spiegando che il pezzo ritrovato circa un chilometro prima, si sarebbe sganciato nonostante alcuni perni lo avrebbero dovuto tenere saldamente ancorato al sistema della trasmissione del bus. «Quando a restare attaccato sarebbe rimasto l’ultimo perno, il pezzo girando su stesso, avrebbe urtato un componente del sistema frenante “tranciandolo” – afferma Picascia – facendo fuoriuscire l’aria compressa che serviva per azionare i freni». A sua volta la trasmissione tra il motore e le ruote era inrterrotta, rendendo praticamente nullo ogni tentativo di frenare il bus: sia con i normali freni che col freno motore “scalando le marce”. A peggiorare la situazione, ci sarebbe stato anche il punto in cui sarebbe avvenuto il guasto: in discesa e in curva. Solo il freno ausiliario avrebbe potuto arrestare o rallentare la corsa del bus, ma anche quello, molto probabilmente non era in condizione di funzionare. Il bus avrebbe “raschiato” a lungo i “new gersey” lungo il viadotto per tenbtare di arrestare la corsa, ma senza riuscirci. I parapetti di cemento, infatti, sono crollati giù dal viadotto, facendo precipitare anche il pullman con a bordo i passeggeri.

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