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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Giugliano. Il presidente del consiglio Sequino: «La città ha bisogno di un sindaco decisionista come Poziello»

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Da consigliere comunale d’opposizione
durante l’Amministrazione
Pianese a presidente del Consiglio
comunale con Poziello sindaco.
Ha bruciato le tappe Luigi Sequino.
Avvocato di professione, il
leader dell’Assise ha 39 anni, è sposato
con due figli. Nel 2008 è stato
eletto per la prima volta consigliere
comunale nella lista dell’Udc.
Alle Amministrative del
2015, dopo l’implosione del
gruppo di centro, Sequino ha sposato
il progetto dell’attuale sindaco
Poziello, venendo rieletto consigliere
comunale. Nella prima seduta
della nuova
amministrazione, lo scorso 31 luglio,
è stato eletto Presidente del
Consiglio con 23 voti con 32.



Vedendo i risultati delle ultime
elezioni, i candidati di riferimento
dei vari partiti di centro
e moderati hanno riscosso un
buon numero di voti. Allora perché
è naufragato in campagna
elettorale il progetto di costruire
una grande coalizione di
Centro?




La lista Udc non è stata presentata
perché in pochi che erano in quell’area
hanno creduto in un percorso
comune. C’è stato uno scarico di responsabilità,
soprattutto da parte di
chi ricopriva ruoli di primo piano.
Le difficoltà sono nate soprattutto a
causa di alcune persone che circondavano
i candidati, i quali hanno
creato problemi sul riconoscimento
degli ex consiglieri comunali proponendo
veti su nomi e composizione
delle liste. A quel punto è saltato
tutto.




Sei stato corteggiato da tanti
partiti. Perché alla fine hai accettato
la candidatura con Poziello
sindaco?




E’ vero, sono stato contattato da destra
e sinistra. Forse la mia figura
era appetibile perché avevo ben lavorato
in opposizione durante l’Amministrazione
Pianese. Anche il Pd,
attraverso il commissario Peppe
Russo, mi chiamo dicendomi che
stava preparando una grande coalizione.
In verità erano simboli
senza nessun contenuto, insomma
erano scatole vuote. Il progetto di
Antonio Poziello mi ha convinto
perché è andato oltre i partiti con
un progetto nuovo mosso da una
spinta emozionale e generazionale.
Quando ho fatta la scelta di appoggiarlo
non sapevo se sarebbe stata
la scelta vincente, ma sicuramente
era quella giusta. I fatti, poi, mi
hanno dato ragione.




La tua nomina alla
Presidenza del Consiglio
è sembrata
quasi scontata. E’ il
frutto di un accordo
politico pre-elettorale
con Poziello?




Innanzitutto voglio dire
una cosa: in campagna
elettorale chiunque è
venuto da me per chiedermi
di candidarmi mi
ha proposto la carica di
presidente del Consiglio. Detto questo
smentisco ogni tipo di accordo
politico. Non c’è stata nessuna promessa,
né da parte di Poziello né di
altri. Sicuramente la mia era una
candidatura forte, anche perché me
la sono guadagnata sul campo. Il
giorno dopo la vittoria del ballottaggio
il mio nome è stato messo sul
tavolo e c’è stata massima condivisione.
Nessuno si è opposto, nonostante
ci fossero altre persone con
che in termini di voti hanno ottenuto
risultati migliori del mio.




Gli ultimi presidenti del Consiglio
comunale si sono candidati
alla carica di sindaco, nessuno
però è stato eletto..



Allora spero che Poziello governi per
dieci anni, anche perché questa
città ha bisogno di stabilità e programmazione.




C’è chi sostiene che con la tua
nomina a Presidente del Consiglio
la maggioranza abbia perso
un punto di riferimento importante
per dialogare in Assise
con l’opposizione..




Ci sono tanti consiglieri validi, da
una parte e dall’altra. In maggioranza
ci sono molti volti nuovi,
serve solo tempo ed esperienza.
Anche durante i primi consigli comunali
dell’Amministrazione Pianese
c’erano alcuni consiglieri
che non facevano
molti interventi,
poi si sono sciolti,
hanno acquisito sicurezza
ed hanno dimostrato
di poter dare un
contributo a questa
città. Diciamo che
siamo in fase di rodaggio.
Bisogna solo rompere
il ghiaccio e
prendere confidenza
con l’aula consiliare.



Sei favorevole allo streaming
dei lavori del Consiglio?




Assolutamente sì. E’ necessario un
passaggio in commissione che sta
lavorando sulla proposta e vagliando
tutti i pareri del caso. Certamente
va regolamentata, anche
alla luce dei nuovi mezzi di comunicazione
come il web.




I primi consigli comunali dell’era
Poziello sono stati abbastanza
rumorosi. Qualcuno ti ha
accusato di non saper bene dirigere
i lavori nell’aula consiliare.
Come rispondi?




Sto cercando di svolgere il ruolo di
presidente nel modo più imparziale
possibile, mantenendo i toni bassi e
pacati. Nel discorso d’insediamento
dissi che io volevo essere il presidente
di tutti e così sarà, naturalmente
nel rispetto del regolamento.
La città di Giugliano non deve,
però, perdersi in sterili dibattiti. Il
confronto è giustissimo, anzi auspico
un coinvolgimento maggiore
di tutte le forze di minoranza nel governo
della città. Del resto nei banchi
d’opposizione ci sono le sigle di
grandi partiti a livello nazionale dai
quali mi aspetto proposte serie e
non continue polemiche per portare
solo acqua al proprio mulino personale.
Questo non significa fare inciuci
politici, ma mettere da parte
quella che è stata la campagna elettorale
e lavorare tutti insieme per il
bene comune. La città non può più
attendere ancora, serve fare delle
scelte. Per questo credo che avere
oggi un sindaco decisionista come
Antonio Poziello sia un bene.




Un giudizio sull’operato dell’Amministrazione
Poziello nei
primi 100 giorni.




Il sindaco sta lavorando alacremente.
Purtroppo ci sono state
emergenze che hanno assorbito
tempo e forze che potevano essere
dedicate ad altro. Poi c’è stata la
grana sul riaccertamento dei crediti
di dubbia esigibilità che ha reso ancora
più affannosa l’approvazione
del Bilancio. Un voto a quest’amministrazione
possiamo darlo nei
primi mille giorni e non cento. Non
abbiamo la bacchetta magica per
cambiare le cose tutto e subito.

Dobbiamo individuare pochi temi
che ci trasciniamo da anni e risolverli
nel breve-medio termine.



Per esempio?



Mi riferisco alla riqualificazione
della zona Asi che deve essere un volano
per questo territorio; la messa
in sicurezza della Circumlago per
cui sono già in corso i contatti con
la Città Metropolitana; sbloccare la
questione dei lidi sequestrati perché
il mare è la vera grande risorsa da
sfruttare. Purtroppo, però, ci scontriamo
ogni giorno con un’eccessiva
burocrazia.




La composizione della giunta
era come te l’aspettavi?




L’esecutivo è sempre il frutto di un
ragionamento complessivo che
tende a mantenere gli equilibri politici.
Credo si sia raggiunto il giusto
mix tra assessori tecnici e politici.




Sei d’accordo sul cambio dei dirigenti?



La Ferone è andata via di sua spontanea
volontà e sinceramente non è
che si fosse distinta molto durante
il suo operato, anzi. Serpico è giusto
che rimanga perché deve portare a
termine un lavoro sul Piu Europa
quasi in via di conclusione. Su La
Rocca il discorso è diverso. Da solo
non poteva di certo cambiare le
sorti del Mog. Sarebbe necessario
individuare uno staff di collaboratori
ed esperti per cambiare il volto
di quella struttura che non può essere
utilizzata così come è stato
fatto negli ultimi anni. Oltre a
quella ortofrutticola, va data una
nuova vocazione al Mog attraverso
una gestione esternalizzata da parte
di società specializzate.




Cosa pensi del ricorso presentato
dal Movimento Cinque
Stelle sull’annullamento delle
elezioni? Vi hanno accusato di
esservi opposti per attaccamento
alle poltrone..




Dal punto di vista tecnico, da avvocato,
credo che il 70% del ricorso
non regga. C’è la parte riguardante
l’autentica delle firme sulla certificazione
delle liste di Guarino che
potrebbe presentare dei vizi di illegittimità.
Se il giudice dovesse riscontrare
irregolarità accetteremo il
risultato. La nostra opposizione
non significa affatto essere attaccati
alle poltrone. Quelle liste sono state
vagliate da commissione mandamentale
e prefettura, quindi per noi
sono valide. Del resto chi è andato
alle urne a votare un simbolo piuttosto
che un altro mica si è posto il
problema se le firme raccolte a sostengo
della lista siano o meno valide.
Io, però, mi chiedo due cose: il
M5S avrebbe presentato lo stesso il
ricorso se fosse stato lui a vincere le
elezioni? Coloro che hanno deciso di non costituirsi,
qualora la nostra resistenza
dovesse avere ragione dal
tribunale e quindi ne trarrebbero beneficio
restando in Consiglio, che
farebbero? Si dimetterebbero?

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