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venerdì, Aprile 26, 2024
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FRAGOLA O CAFFE’: COSA SONO VERAMENTE LE “VOGLIE”?
Dai nei agli angiomi, viaggio tra medicina e fantasie popolari

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INTERNAPOLI. Gentile dottore,
le scrivo per chiarire un dubbio che mi perseguita da quando sono nato. Ho diverse macchie sul collo, quelle che comunemente vengono chiamate “voglie”. Sono macchie piccole e davvero insignificanti di colore scuro, ma da quando sono piccolo tutti insistono a chiamarle con questo strano termine: “voglie”. Mia madre, addirittura, insiste col sostenere che si sono sviluppate durante l’attesa, in occasione di una “voglia” di caffè non soddisfatta. Ma esiste una teoria scientifica a queste scempiaggini o sono solo il frutto di ancestrali credenze popolari? La ringrazio per la
sua disponibilità.

Peppe

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Caro Peppe,
il dubbio che lei manifesta è comune a molte persone. Si sentono così spesso storie su macchie cutanee risultate dalla mancata soddisfazione delle cosiddette voglie gravidiche che sono in molti poi ad alimentare il sospetto che, in fondo, “potrebbe essere vero”. In realtà non è mai stata dimostrata una simile associazione ed appare assolutamente difficile trovare una plausibilità biologica a tali fantasie popolari.
Ma nel cuore di ogni fantasia popolare – si sa – c’è sempre una verità, come ci ricorda il celebre proverbio “vox populi, vox dei”. E’ infatti esperienza comune il fatto che, in corso di gravidanza, alcune donne manifestino voglia di cibi particolari, di insolite combinazioni alimentari o di portate particolarmente sfiziose per il palato mentre altre invece non tollerano determinati cibi. Tali voglie o intolleranze possono essere determinati dalle modifiche del quadro ormonale tipiche della gravidanza che influiscono sui recettori del gusto. Anche se si tratta di un’opinione largamente contestata nell’ambito della comunità scientifica, alcuni studiosi ritengono che l’impulso irrefrenabile a mangiare un cibo ricco di zucchero o, al contrario, molto salato, corrisponda effettivamente alla necessità di porre rimedio a qualche carenza alimentare. Molti altri invece, li ritengono semplicemente un indice del fatto che la futura mamma è una persona golosa.
Bisogna però stare molto attenti alle insidie delle famigerate voglie, poiché spesso possono mettere a rischio il corretto bilancio nutrizionale che una donna gravida dovrebbe seguire. Talvolta però, soprattutto se la futura mamma non ha particolari problemi di peso ed è cresciuta in modo regolare, soddisfare una voglia rappresenta in fondo una gratificazione, una “coccola” culinaria che il futuro papà è chiamato ad esaudire. Proprio secondo la tradizione popolare.
Riguardo l’origine delle macchie scure che ti ritrovi sul collo sembrerebbero in effetti dei nevi, che consistono in formazioni cutanee in cui si riscontra una elevata concentrazione di melanina (donde il colore scuro). Di per sé, si tratta di formazioni del tutto innocue. Tuttavia, ai fini preventivi, è corretto lasciarle esaminare periodicamente da un dermatologo oppure, in alternativa, effettuare un autoesame della cute e – solo nei casi sospetti, rivolgersi allo specialista. In rari casi, infatti, tali formazioni possono degenerare in melanoma, un tumore piuttosto aggressivo (per i dettagli sull’eecuzione dell’autoesame, vedere l’allegato in fondo all’articolo).
Diversamente dai nevi, spesso denominati macchie caffè o caffellatte, le cosiddette voglie di fragole o di vino, dal colore che varia dal rosato al rosso al violaceo, rappresentano una malformazione innocua a carico dei vasi sanguigni di piccolo calibro che scorrono sotto la cute. Proliferando a dismisura ed in maniera completamente disorganizzata, infatti, questi costituiscono degli ammassi vascolari responsabili della evidente colorazione, talvolta rilevata al tatto, caratteristica dei portatori delle voglie di fragola.

Come eseguire l’autoesame della cute

Le probabilità di individuare tempestivamente un melanoma aumentano se si esegue periodicamente l’autoesame della cute, una procedura molto semplice. Se il vostro medico vi ha scattato delle fotografie, potete servirvene per evidenziare le differenze.
Il momento migliore per procedere all’autoesame della cute è dopo il bagno o la doccia. Il luogo migliore è una stanza ben illuminata davanti ad uno specchio a figura intera, tenendo a portata di mano uno specchietto. È bene iniziare imparando dove sono localizzati “voglie”, nevi e macchie congeniti, come appaiono e qual è la loro consistenza. Verificate attentamente se un nevo ha dimensioni, forma, consistenza o colore differenti rispetto alla volta precedente o se è presente un’ulcera che non vuole rimarginare.
Scrutatevi attentamente dalla testa ai piedi, senza trascurare nemmeno un centimetro quadrato di cute, anche schiena, cranio, il solco tra le natiche e l’area genitale.
1. Guardatevi davanti e dietro allo specchio, sollevate le braccia e esaminate anche le ascelle.
2. Piegate il gomito e osservate attentamente unghie, palmo della mano, avambraccio (anche la parte posteriore) e braccio. Ripetete sull’altro braccio.
3. Esaminate le gambe davanti, dietro e lateralmente. Guardate anche tra le natiche e intorno ai genitali.
4. Mettetevi a sedere e esaminate attentamente i piedi, comprese le unghie, le piante e gli spazi tra le dita.
5. Scrutate attentamente volto, collo, orecchie e cranio. Scostate i capelli con il pettine o con il phon per vedere meglio, o ancora meglio chiedete ad un familiare o ad un amico di aiutarvi, in quanto non è facile esaminare attentamente questa regione cutanea da soli.
Eseguendo periodicamente l’autoesame della cute sarete in grado di riconoscere ciò che è normale da ciò che non lo è. Può essere una buona idea appuntare la data in cui avete eseguito l’autoesame e annotare le vostre osservazioni. Se riscontrate qualcosa di insolito, consultate immediatamente il vostro medico.

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