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sabato, Aprile 27, 2024
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Racket, a fuoco le barche della Canottieri

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GIUGLIANO – Il racket alza il tiro e punta sui circoli nautici. Dopo la classica formula del pizzo ai negozi, dopo l’estorsione ai ristoranti per imporre la fornitura di mozzarella, i taglieggiatori incendiano le barche dei vip e dei campioni di canottaggio e vela. Nel mirino lo stadio del Remo a Giugliano: distrutto da un incendio doloso il deposito della Canottieri Napoli. A dare l’allarme, l’allenatore del team partenopeo, Aldo Calì.
Ingenti i danni, stimati intorno ai 220 mila euro. Le fiamme hanno ridotto in cenere un centinaio tra barche e canoe, tra cui anche sette del circolo Italia. A fuoco l’imbarcazione del due volte oro alle Olimpiadi Davide Tizzano e di Mario Palmisano, campione italiano assoluto, quarto alle ultime Olimpiadi e attuale capovoga dell’otto e quelle di due noti magistrati dell’Antimafia. La polizia segue la pista di un avvertimento. Dietro al rogo ci sarebbe la mano dei clan, che mirerebbero ad assumere il controllo della struttura sulle sponde del lago Patria. Già in passato lo stadio del Remo aveva subito danneggiamenti. Il deposito della Canottieri era stato, però, finora risparmiato. L’altra sera, invece, il bersaglio degli emissari del racket era proprio il deposito del team partenopeo, che non aveva ricevuto né minacce né richieste estorsive.
A poca distanza dal capannone, la polizia ha rinvenuto una tanica di benzina. La saracinesca del capannone era stata divelta. Tutto quello che si trovava all’interno del deposito è andato distrutto. Quando è stato dato l’allarme, nella tarda serata di domenica, era oramai troppo tardi. Le fiamme avevano già avvolto buona parte della struttura. Le indagini sono ora condotte dalla squadra investigativa del commissariato di Giugliano, coordinate dai vicequestori Alberto Francini e Pietro Morelli. Gli agenti della polizia scientifica hanno passato al setaccio l’intera area dello stadio, sequestrando, oltre alla tanica, alcuni strumenti che potrebbero essere stati usati per forzare la saracinesca. Rinvenute anche impronte digitali e l’impronta di una scarpa.
Lo stadio del Remo negli anni è stato più volte distrutto dalla mano dei vandali. Realizzato all’inizio degli anni ’80, fu successivamente sventrato dai teppisti e dato alle fiamme. Era diventato un monumento all’abbandono fino ai primi anni ’90. I lavori di ristrutturazione e riconsolidamento statico sono stati effettuati in due diversi lotti, nel 1993 e nel biennio 1994-1995. Nel 1996, l’allora sindaco di Giugliano, Gerlini, bandì una gara per l’affidamento in gestione. La società sportiva Canottieri Liternum si aggiudicò il servizio. Prima che potesse prenderne possesso, lo stadio fu però nuovamente distrutto dai soliti ignoti. I danni ammontavano a diverse centinaia di milioni, la struttura era di nuovo inutilizzabile. Tra il Comune e la Canottieri Liternum nacque, quindi, un braccio di ferro: non c’era accordo su chi dovesse farsi carico del costo dei lavori di ristrutturazione. Unos contro a colpi di carta bollata, lo stallo è durato circa sei anni. Recentemente la Giunta municipale di Giugliano aveva dato mandato ad un legale: l’amministrazione voleva predisporre degli atti per rescindere il contratto che ancora legava il Comune alla Canottieri Liternum. Si profilava, quindi, una nuova gara per l’affidamento della struttura. Ma il racket ha fatto prima.


ANTONIO POZIELLO – Il Mattino 16 luglio 2001

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