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venerdì, Aprile 26, 2024
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Sedici anni, accoltellato per il motorino

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In quattro lo hanno costretto a rallentare e con modi sbrigativi lo hanno tirato giù dal mezzo. È scoppiata una colluttazione, al termine della quale ha avuto la peggio, colpito alla gamba da una coltellata. Cronaca di un sabato qualunque in via Chiatamone, strada nobile e trafficata del centro cittadino, dove si è consumata l’ennesima aggressione a scopo di rapina ad un minorenne. È accaduto sabato notte poco dopo le dieci e mezza ai danni di Salvatore, 16enne di via Santa Lucia Filippini (traversa di via Brin), costretto alle cure mediche, costretto a trascorrere parte della notte nel pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare. È accaduto nel traffico della movida napoletana, che rende via Chiatamone un imbuto di auto in fila con il motore acceso. Un’aggressione che fa riflettere anche per i tempi e i luoghi in cui si è consumata: la tentata rapina ai danni del sedicenne è infatti avvenuta dopo un analogo episodio avvenuto in Villa comunale, dove un altro ragazzino – Luca, 16 anni – ha subìto una coltellata per aver difeso il cellulare. Ancora storia di minorenni, dunque, che calcano il proscenio scambiandosi le vesti di vittime e aggressori. Fulmineo e violento il raid di ieri notte, a leggere le dichiarazioni rilasciate al drappello di polizia dell’ospedale Loreto Mare. Accudito dai genitori – accorsi in ospedale in un secondo momento – Salvatore ha fornito un identikit parziale dei suoi aggressori, che lo avrebbero disarcionato e pugnalato nel tentativo di sottrargli il motorino, un Piaggio Liberty fresco di immatricolazione. «Erano in quattro, in sella a due motorini – un uno Sky e un Liberty – quando mi hanno affiancato. Ho accelerato e mi hanno seguito per un tratto di strada, poi uno di loro mi ha dato un calcio per farmi lasciare la guida». È accaduto tutto in una manciata di minuti, non mi hanno lasciato neppure il tempo di pensare cosa stesse accadendo. Ho agito d’istinto. Mi sono difeso, fino a quando ho sentito un bruciore alla gamba e ho capito che mi avevano pugnalato, mi sono accasciato al suolo e ho temuto il peggio». I quattro non hanno portato via il motorino, probabilmente timorosi per le pieghe che aveva preso l’aggressione o perché erano stati notati dalle diverse vetture in circolazione. Il «branco» ha avuto paura. Colpa probabilmente della giovanissima età degli assalitori, secondo quanto hanno verbalizzato gli agenti di polizia che sono intervenuti sull’ennesimo episodio di «delinquenza predatoria», formula adattata ai reati da strada che sempre più a fatica vengono indicati come microcriminalità. L’ipotesi investigativa è che ci sia un filo comune che tiene collegate le aggressioni ai danni di Luca e Salvatore. Ad entrare in azione, potrebbero essere gli stessi gruppetti di giovanissimi, tutti a caccia di colpi facili, quanto basta per rimediare qualche centinaio di euro e riempire una notte di noia e frustrazione. Un fenomeno in crescita, con precisi canali di ricettazione. Anche in questo caso, infatti, chi agisce di rapina sa benissimo a chi rivolgersi per piazzare un telefonino cellulare o uno scooter. Sa quanto sarà l’incasso per un Liberty o anche per un semplice telefonino da 160 euro, come quello che hanno strappato dalle mani di Luca due giorni fa ai piedi dell’acquario della Villa comunale. Canali che rendono meno spontanei e improvvisati gli episodi delle ultime ore e che lasciano ipotizzare una precisa regia criminale contro minorenni e turisti. È quanto sostengono gli inquirenti che hanno le idee chiare sulle babygang che agiscono a Napoli, sostenute da sempre più saldi rapporti con i circuiti malavitosi sul territorio.

l.d.g. il mattino 24 aprile 2006

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