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sabato, Aprile 27, 2024
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Matrimonio della figlia del boss Mallardo, anche Pino Taglialatela alle nozze. IL VIDEO

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Il caso giudiziario è noto, ma fino ad ora le immagini non erano ancore state pubblicate. E’ stato un servizio di FanPage.it – a cura della giornalista Marilena Natale – a pubblicare il video nel quale si vede il calciatore del Napoli Pino Taglialatela partecipare al matrimonio tra una delle figlie del boss defunto del clan Mallardo Feliciano e Mauro Moraca, ras della cosca giuglianese ed attualmente imputato nel processo Crash proprio insieme all’ex portiere del Napoli. Per l’ex estremo difensore azzurro la pena richiesta dal pm Maria Cristina Ribera è di 14 anni di reclusione per intestazione di beni e concorso in associazione mafiosa per aver favorito il clan Mallardo e Il nome di Taglialatela viene fuori da un’indagine del Gico della Guardia di Finanza di Napoli. Durante una perquisizione nell’abitazione del latitante Mauro Moraca, genero del boss Feliciano Mallardo, i finanzieri trovano uno scooter Yamaha Tmax bianco di nuova immatricolazione. Dagli accertamenti del Gico risultò che lo scooter era intestato a Pino “Batman” Taglialatela.

L’ex portiere è nipote di Flora Taglialatela Scafati (cugina del padre Domenico), moglie di Feliciano Mallardo. L’ex bandiera azzurra non si è mai sottratto a questa parentela “scomoda” tanto è vero che il 27 giugno del 2009 partecipa nella veste di invitato al matrimonio di Maria Domenica Mallardo e Mauro Moraca. La sua partecipazione al matrimonio – come riporta FanPage – non fu secondaria.
Come si vede dalle immagini, Pino Taglialatela arriva sfilando su un tappeto bianco piazzato sulla pubblica via, fino alla Chiesa di San Nicola di Giugliano , in compagnia dei fratelli della sposa e figli del boss Felice ‘o sfregiato. Dietro di loro, con un vestito lungo color corallo e una fascia nei capelli, la testimone della sposa c’è Anna Aieta, moglie dell’attuale capoclan Ciccio Mallardo e ad oggi detenuta per associazione mafiosa, violenza privata e intestazione fittizia.
Qualche minuto dopo il loro arrivo, arriva il boss Feliciano che accompagna la figlia all’altare, percorrendo il tappeto bianco collocato sulla pubblica a interrompere la circolazione stradale e senza alcuna autorizzazione formale da parte del Comune. Quella interruzione crea non pochi problemi alla già caotica circolazione stradale giuglianese. A guardia del traffico veicolare, all’esterno dell’entrata della Chiesa, tre vigili urbani. Dopo la funzione religiosa, gli invitati, compreso Taglialatela, si recano a festeggiare gli sposi all’Hotel Excelsior sul Lungomare di Napoli.
Il boss Feliciano Mallardo è morto in carcere a regime di 41bis. I Mallardo, come hanno accertato le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno saldo il potere criminale non solo sul territorio giuglianese con ramificazioni in tutto il territorio nazionale.

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E’ di 110 anni la richiesta totale per tutti gli imputati. Pena più severa è stata chiesta per Mauro Moraca per cui sono stati invocati 24 anni di carcere e 15mila euro di multa; 20 anni chiesti per Giuliano Amicone; 15 anni di carcere invocati per Carlo Antonio D’Alterio; per Riccardo Carlo De Cicco chiesti 16 anni; 6 anni chiesti per Bernardino Diana; 15 anni per Giancarlo Pirozzi; 4 anni per Raffaela Graziano e ben 14 anni chiesti per l’ex portiere del Napoli Giuseppe Taglialatela, quest’ultimo accusato associazione di stampo mafioso con il ruolo di partecipe.

Era novembre del 2012 quando il Gico, su disposizione della DDA, eseguì l’operazione Crash che portò all’arresto di cinque persone ed al sequestro di beni mobili ed immobili per cinque milioni di euro. Grazie alle intercettazioni ambientali ed ai racconti dei collaboratori di giustizia si riuscì a ricostruire il sistema delle estorsioni messe in atto dai Mallardo, in particolare in due diverse vicende ai danni di due imprenditori edili giuglianesi. Svariate le operazioni economiche e imprenditoriali realizzate da Mauro Moraca, tra l’altro, per conto dei Mallardo. Nel corso dell’inchiesta furono eseguite anche perquisizioni negli uffici della Asl Napoli 2 Nord accertando l’infiltrazione dei Mallardo in diversi settori. Come ad esempio la partecipazione di imprese ‘amiche’ a gare pubbliche, fra cui un appalto all’ospedale Cardarelli di Napoli, l’affidamento del servizio di derattizzazione, la vendita di terreni di proprietà dell’Asl Napoli 2 nord, l’inserimento di imprese ‘amiche’ nell’elenco delle ditte accreditate dell’Asl Napoli 2 Nord, permettendo di procurare ai Mallardo ingenti profitti, da utilizzare per effettuare investimenti o per il reimpiego di soldi del clan. Vittima del racket anche un altro imprenditore che ha effettuato lavori di ristrutturazione all’interno dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. La vittima fu costretta a sborsare la somma di 60mila euro, di cui 55mila per la costruzione di 12 unità immobiliari e 5 mila euro, appunto, per alcune ristrutturazioni edilizie eseguite presso l’ospedale di Giugliano, tra cui il reparto di Radiologia.

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