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venerdì, Aprile 26, 2024
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A 15 anni accoltellato in pieno giorno per il cellulare

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Ragazzini contro ragazzini. Adolescenti che accoltellano un quindicenne. Per rapina, una aggressione improvvisata in cui chi è armato non sa neanche cosa vuole rubare. Al punto di chiedere alla sua vittima: «Che cosa hai da darmi?». Un colpo da fare ad ogni costo e l´intenzione di ferire se il bottino non c´è. Tutto in pieno giorno, in un quartiere bene di Napoli, per giunta dove c´è movimento di altri giovanissimi che si dedicano ad attività sportive. La pugnalata nella coscia viene sferrata quando oramai sembra tutto finito, quando l´aggressione sembra svanita nel nulla. E un quindicenne inerme finisce in ospedale sotto choc per le medicazioni e una prognosi di venti giorni. Succede lungo il tratto elegante di corso Vittorio Emanuele, a poche centinaia di metri di distanza da piazzetta San Sepolcro, dove una ragazza aggredita per rapina da alcuni giovanissimi venne violentata qualche mese fa per punizione, sotto gli occhi terrorizzati di un´amica, soltanto perché aveva poco denaro con sé.
Ieri nel primo pomeriggio, sono quasi le ore 14.30. Dopo pranzo. Giuseppe E., quindici anni appena compiuti, è in compagnia di un amico, Antonio. Borsoni in spalla stanno per entrare nella scuola secondaria “Carlo Poerio”, al civico 128, per recarsi in piscina. Lezione di nuoto alla fine delle lezioni, gli alunni sono andati tutti via, anche i “nonni civici” che sorvegliano i bambini all´uscita. Zona considerata tranquilla. Giuseppe, adolescente del Vomero e studente del liceo scientifico “Tito Lucrezio Caro”, figlio di un odontotecnico, fa quella strada almeno due volte alla settimana per dedicarsi alle attività sportive e nuotare nella piscina dell´istituto.
Ma ieri pomeriggio, mentre è con Antonio, viene bloccato da due coetanei in sella a uno scooter. Giuseppe racconterà la rapina ai carabinieri. «Si sono avvicinati, il passeggero dello scooter aveva un coltello in mano. Si è rivolto al mio amico Antonio e gli ha detto: “Tu, che cos´hai da darci?”. Antonio ha risposto che non aveva niente, e allora loro si sono rivolti a me. Mi hanno detto: “E tu, cosa ci dai, sicuramente hai un telefonino”. Io avevo il cellulare con me, ma ho negato, ho detto che anche io non avevo soldi o altro. Poi abbiamo cercato di allontanarci, di entrare nella scuola, ma loro, senza dire una parola di più, mi hanno accoltellato alla coscia destra».
Giuseppe, sanguinante, è crollato a terra sotto gli occhi terrorizzati del suo amico Antonio che ha chiamato aiuto. Quindi la corsa in ospedale, al Fatebenefratelli, dove i medici hanno curato il ragazzo constatando che però la ferita era abbastanza profonda, inferta con violenza. Quindi Giuseppe ha potuto tornare a casa. Niente più piscina, per almeno un mese. A Giuseppe arriva la solidarietà di Gennaro Fossataro, dirigente scolastico della “Carlo Poerio” che sottolinea la gravità dell´episodio ma anche l´estraneità della scuola. Mentre i carabinieri sono a caccia dei due aggressori che sarebbero spariti nei vicoli nascondendosi ai Quartieri Spagnoli.


(i.d.a.) – LA REPUBBLICA NAPOLI

(28 aprile 2006)

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