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martedì, Aprile 30, 2024
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Accoltellato da due cugini fuori un bar a Napoli, uno dei due aggressori resta in carcere

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Resta in carcere uno dei due cugini protagonisti di un’aggressione avvenuta la vigilia di Natale a San Giovanni a Teduccio all’esterno di un bar. I due, Giovanni e Vincenzo Taglialatela, rispettivamente di 21 e 24 anni, secondo la prima ricostruzione degli agenti, avrebbero colpito con schiaffi e fendenti un loro conoscente di 17 anni per motivi ancora tutti da chiarire. Tutto sarebbe nato da un banale alterco tra il giovane e Giovanni Taglialatela: alla reazione del primo il 21enne lo avrebbe dapprima colpito con uno schiaffo e a quel punto sarebbe scoppiata una rissa e – stando sempre al racconto della persona offesa – il giovane si sarebbe allontanato per andare via, ma, per tutta risposta, l’aggressore avrebbe estratto un coltello sferrando tre coltellate che lo colpivano alla testa, al braccio sinistro e alla spalla, facendolo cadere a terra. Per quanto riguarda invece Vincenzo Taglialatela, la vittima ha dichiarato che durante la rissa lo stesso, lo colpiva con due o tre schiaffi e, successivamente, avrebbe provato a tenerlo fermo, onde consentire presumibilmente al cugino Giovanni (al momento irreperibile) di continuare ad accoltellarlo.

La linea della difesa

Il gip di Napoli, all’esito dell’udienza di convalida, ha qualificato il fatto come tentato omicidio in ragione delle dichiarazioni rese dalla persona offesa alla luce del tipo di arma adoperata (un coltello), del numero di colpi inferti (cinque), della zona attinta (in particolare, la testa) e della distanza ravvicinata dalla quale le coltellate sono state sferrate. Il difensore di Vincenzo Taglialatela, l’avvocato Davide Della Pietà, annuncia battaglia al Riesame: il penalista ha evidenziato che il suo assistito non era al corrente che qualcuno avesse con sé un’arma, di aver partecipato soltanto ad una rissa, precisando di essersi limitato solo a dare alla vittima due schiaffi. L’indagato, inoltre, ha riferito che dopo la rissa tornava a casa e di essersi reso conto di quello che era successo soltanto quando ha visto che era sporco di sangue, aggiungendo di aver saputo delle coltellate unicamente dalla polizia, quando era stato condotto presso gli uffici della Questura. La stessa difesa si è immediatamente attivata al fine di acquisire di concerto con la Procura le telecamere del bar nonchè la cartella clinica del minore. Sarà decisiva, infatti, la visione delle telecamere di videosorveglianza all’interno dell’esercizio commerciale per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

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