Una cura tecnologica per combattere il mal di schiena. Installato presso l’ospedale “San Giuliano” di Giugliano il primo impianto che sfrutta una nuova tecnologia di stimolazione midollare per curare i dolori che partono dalla colonna vertebrale come lombalgia cronica, lombosciatalgia cronica, cervicobrachialgia.
Un impianto ad alta tecnologia per combattere il mal di schiena, le parole del dottor Pietro Vassetti
L’impianto si chiama Eterna e sfrutta la tecnologia energetica Xtend. È stato impiantato per la prima volta in Campania presso l’HUB regionale di medicina del dolore dell’Ospedale San Giuliano di Giugliano, diretto dal dottor Pietro Vassetti.
Queste le parole del primario rilasciate attraverso un’intervista a Fanpage: “Eterna rappresenta un’importante innovazione nel trattamento del dolore cronico. La novità più importante è che, a differenza dei precedenti dispositivi che vanno ricaricati quasi ogni settimana, questo nuovo apparecchio, invece, si ricarica solo 5 volte all’anno. Ed è quindi molto più vantaggioso per i pazienti”.
Come funziona il dispositivo e chi potrà usufruirne
Ma come funziona questo innovativo dispositivo? “Il funzionamento è simile a quello di un pacemaker cardiaco – spiega ancora il dottor Vassetti –. La tecnologia del neurostimolatore midollare consiste nell’impiantare nel midollo spinale degli elettrodi collegati ad una sorta di pacemaker che agisce sulle radici nervose. Viene impiantato sotto pelle e resta col paziente tutta la vita. In pratica è come se emanasse una scarica elettrica che stordisce h24 le radice nervose. Questo meccanismo porta gradualmente alla repulsione della sintomatologia dolorosa. È ricaricabile come un telefono. Ma la novità è che Eterna si ricarica solo 5 volte all’anno, mentre i precedenti dispositivi richiedevano 3-4 ricariche al mese”.
E chi potrà usufruire di questo neurostimolatore midollare? “Si tratta di un dispositivo che viene impiantato in pazienti che soffrono di lombalgia cronica, lombosciatalgia cronica, cervicobrachialgia, tutti dolori che partono dalla colonna vertebrale, resistenti a terapie farmacologiche, o con ernie discali importanti da cui il paziente dopo anni di terapia non riesce a guarire”, le parole del primario.