Vincenzo Prestigiacomo, marito di Celeste Misso nonchè cognato di Giuseppe e Emiliano Zapata, fu ‘avvisato’ del pericolo che correva. Il retroscena inedito svelato dal collaboratore di giustizia Gennaro Spinosa, ex membro del gruppo Torino e indicato come un teste attendibile per capire movente e contesto entro cui maturò il delitto.
Prestigiacomo avvertito dall’ex ras
«Dopo il colloquio con Nicola Sequino avendo inteso che erano determinati a uccidere Prestigiacomo lo andai a cercare facendo finta di passare casualmente per Porta San Gennaro. Lì lo trovai e gli feci segno di seguirmi avvisandolo del fatto che Nicola Sequino lo voleva ammazzare. Pensai di avvisare Prestigiacomo perchè in fondo mi dispiaceva per lui perchè non costituiva un pericolo. Lui scioccamente riferì quello che gli avevo detto alla moglie, al suocero Umberto Misso e quindi penso che lo sapesse tutta la famiglia». Spinosa racconta che, dopo quella ‘chiacchierata’, fu convocato proprio dai Sequino che volevano avere delucidazioni sul suo comportamento:«Nicola Sequino chiese conto del mio comportamento, li trovai armati e contestavano che avevo cercato di avvisare Prestigiacomo e a parlare erano Nicola Sequino e Carmine Grosso. Inventai una scusa dicendo che avevo minacciato Prestigiacomo per via di presunte minacce che aveva fatto a dei miei amici».
Ieri scena muta di Sequino davanti al gip
Le indagini, svolte dalla squadra mobile sotto il coordinamento della DDA, hanno consentito di acquisire riscontri di diversa natura alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Sequino, difeso dall’avvocato Mauro Bruno, durante l’interrogatorio su remoto ha deciso di non rispondere alle domande del gip. Ordinanza di custodia cautelare anche per Andrea Manna e Vincenzo Troncone.
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