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sabato, Aprile 27, 2024
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Bimba morta per una diagnosi sbagliata, l’ospedale: “Risarcimento ridotto perché la mamma ha avuto un secondo figlio”

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Nel tragico caso della piccola G., deceduta all’ospedale Sant’Orsola di Bologna a causa di una diagnosi sbagliata, la battaglia legale per ottenere giustizia continua per la madre, Barbara Speranza, e i suoi familiari. La bambina perse la vita a soli 4 anni, a causa di una diagnosi sbagliata. La piccola aveva un’occlusione intestinale che i medici avevano confuso per gastroenterite.

Sebbene tre sanitari siano stati condannati in primo grado per omicidio colposo, l’ospedale ha chiesto al giudice di considerare la capacità di reagire della madre, poiché ha intrapreso una nuova gravidanza dopo la morte della figlia.

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L’indignazione di Barbara Speranza 

La richiesta dell’ospedale ha suscitato indignazione e dolore da parte della madre. La donna si sente gravemente irrispettata nel vedere strumentalizzata la situazione e suo figlio utilizzato come argomento per ridurre il risarcimento richiesto.

Quando è arrivato quest’atto dai legali del Sant’Orsola i miei avvocati civilisti Pierpaolo Mazzoli e Marco Ferrari mi hanno chiamata e mi hanno detto di leggerlo con calma, sapevano che mi avrebbe fatto male. Sono profondamente ferita“, ha raccontato la madre.

Strumentalizzare un minore, perchè questo stanno facendo, usare un bamabino di un anno, per dire che non devo aver sofferto più di tanto è gravemente irrispettoso nei miei confronti, della mia bambina, e del suo fratellino” prosegue Barbara.

Barbara Speranza ha condiviso il suo straziante percorso dopo la perdita della figlia, descrivendo come la sua vita sia stata devastata e privata di ogni entusiasmo.

“Avere un altro figlio è stata una gioia mista a dolore, poiché il lutto per la perdita di un figlio non passa mai. Non hanno argomentazioni. Dicono che io starei bene perchè ho avuto un altro figlio. Il mio dolore e il mio risarcimento dovrebbero essere contenuti”, ha poi proseguito sopraffatta dal dolore.

Il processo

La vicenda penale, con le condanne in primo grado per omicidio colposo, non è stata l’unica fase del processo. Un’inchiesta successiva ha coinvolto altri sanitari accusati di favoreggiamento personale, falso ideologico e omissione di soccorso. Questi avvenimenti hanno ulteriormente segnato la madre, che si sente costantemente attaccata e privata della possibilità di elaborare il suo lutto in modo adeguato.

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