14.8 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Bimbo colpito da infarto a Napoli, il racconto di papà Mario: “Mio figlio non rispondeva più, non ho capito più nulla”

PUBBLICITÀ

Il miracolo di cui parla Mario Assediato, papà di Francesco Pio, un anno compiuto il mese scorso, è quello accaduto in un pomeriggio qualunque. Il piccolo si sente male, non risponde. Il suo cuore si ferma. Mamma e nonna si mettono in auto per raggiungere il pronto soccorso, ma il traffico rallenta la corsa. Provvidenziale l’intervento di una pattuglia dei carabinieri di Barra. Si mettono davanti all’automobile e la scortano con la loro fino a Villa Betania. Quei minuti risparmiati salvano la vita al piccolo ora ricoverato al Santobono di Napoli. Le condizioni di Francesco sono stabili, ancora presto per dire quando uscirà dall’ospedale. Dopo il grande spavento, papà Mario e mamma Mariarca tirano un sospiro di sollievo e gratitudine.

BIMBO COLPITO DA INFARTO SALVATO DAI CARABINIERI, LA CORSA CONTRO IL TEMPO

Il bambino era in arresto cardiaco, e l’auto sulla quale viaggiava correva in strada col clacson a tutta forza. Ed è stato proprio questo fattore a richiamare l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri, che si trovava lì sulla strada e che, capita la situazione, si sono piazzati con sirene e lampeggianti di fronte l’auto della famiglia, spesso sporgendosi dall’abitacolo per invitare gli altri automobilisti a spostarsi. E sono così riusciti a farsi largo nel traffico: è stata un’impresa, soprattutto a quell’ora, fino a raggiungere l’ospedale più vicino.

PUBBLICITÀ

Una corsa contro il tempo. Letteralmente. Solo grazie alla pattuglia dei militari i genitori sono riusciti ad affidare Francesco ai sanitari del pronto soccorso e, davanti ai loro occhi, è stato intubato mentre i medici gli praticavano un massaggio cardiaco. Le manovre di rianimazione hanno funzionato, un pianto dirompente ha infranto il silenzio che avvolgeva la stanza. Per i medici il tempo è stato determinante: “Un minuto in più e sarebbe morto”, hanno affermato.

LE PAROLE DI PAPA’ MARIO

“Imbattersi in quei carabinieri è stato come incrociare due angeli”, spiega il papà Mario al TGR, che era al lavoro al momento dell’emergenza. “Nella sfortuna, per quello che è capitato a mio figlio, siamo stati fortunati a trovare loro e il personale dell’ospedale. Non ho parole per ringraziarli per quello che hanno fatto per noi. Per noi è un Natale che è incominciato in anticipo, un Natale di rinascita, nel vero senso della parola. Dopo aver vissuto questa storia che, fortunatamente ha avuto un lieto fine, mi sono ricreduto su molte cose. Sulla professionalità dei medici e sulla sanità in generale”.

Francesco si trova al Santobono dove sta svolgendo altre indagini, ma sta meglio. La madre è lì con lui, mentre il padre si sta occupando dell’altro figlio che ha solo cinque anni, che non si è reso conto di cosa fosse accaduto. Ha ricevuto decine di chiamate, Mario e numerose manifestazioni di vicinanza. Fino a ieri sera è rimasto in ospedale in attesa di notizie che sono arrivate e sono state positive. “Una volta trascorse le 24 ore — conclude — e dopo le analisi, i medici hanno dichiarato Francesco è fuori pericolo. Adesso è solo una questione di tempo perché ritorni a casa e possiamo tornare a stare tutti insieme. È stato un miracolo, un miracolo di Natale del quale ci ricorderemo”.

I CARABINIERI CHE HANNO SALVATO IL BIMBO

Hanno un nome i due “angeli custodi” che hanno salvato il bimbo. Si tratta del brigadiere capo Mauro Postiglione e dell’appuntato scelto Vincenzo Di Gennaro: il primo ha cinque figli, il secondo ne ha quattro. Si sono mossi da militari, tagliando in due il traffico di Napoli, con decisione, ma con la partecipazione umana di due papà.

“Siamo rimasti lì in ospedale fino a che il piccolo non si è ripreso – racconta il brigadiere -. A me scendevano le lacrime, ma ero freddo. Erano due sentimenti che si contrapponevano. C’era la fermezza dettata dal fatto di essere in divisa, di essere un carabiniere, con la necessità di mantenere un contegno. Dall’altra parte c’era il fatto di essere un padre, con la speranza che un bambino così piccolo ce la potesse fare”.

“È stata una corsa contro il tempo – aggiunge l’appuntato Di Gennaro –. Ci siamo immedesimati come se fosse nostro figlio a stare male e il mio ultimo ha la stessa età. Appena ci siamo resi conto della situazione, non ci abbiamo pensato due volte per raggiungere quanto prima l’ospedale e poi affidarlo ai sanitari che sono stati eccezionali. Abbiamo vissuto quelle emozioni insieme ai medici sperando, quanto prima, di vederlo di nuovo piangere e reagire. Quando è accaduto siamo stati noi a scoppiare in un pianto a dirotto, come bambini. Sono emozioni che ti segnano la vita”. 

 

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Panico a Casoria, 16enne spara a salve durante la rissa: denunciato

A Casoria, verso le 22, alcuni cittadini segnalano al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via...

Nella stessa categoria