E’ boom di micro cellulari nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano. Nonostante il costante impegno della polizia penitenziaria, sempre attenta a fare da filtro tra l’esterno e l’interno delle 4 mura, sempre più spesso i periodici controlli all’interno delle celle hanno permesso di trovare telefonini di piccole dimensioni con cui boss e detenuti comuni comunicano con l’esterno.
I nuovi cellulari che stanno spopolando in carcere, creando non pochi problemi di sicurezza e imbarazzo, possono variare da un prezzo di 30 euro ai 150, con caratteristiche base e sufficienti per comandare con l’esterno. Non c’è reparto di sicurezza che tenga, ormai è una vera e propria guerra alle restrizioni delle carceri.
Gli sforzi delle forze dell’ordine si sono moltiplicati, così come l’attenzione durante le perquisizioni corporali e quelle relative ai “pacchi” mandati dalle famiglie dei detenuti, ma nonostante tutto, resta impresa ardua intercettare queste “diavolerie” escogitate. Non c’è proprio nulla da fare perché è praticamente invisibile, tanto piccolo che addirittura se ne riescono a portare all’interno fino a quattro alla volta.
Il fenomeno dei micro cellulari è talmente diffuso che tra le celle di Poggioreale e Secondigliano pare sia nato un vero e proprio mercato “parallelo” e clandestino alla ricerca dei telefonini. Anche solo una telefonata viene “pagata”. I microtelefoni passano facilmente di cella in cella e rappresentano, in questo momento, insieme all’introduzione della droga nelle mura dei penitenziari, di uno dei problemi più impellenti da risolvere.
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