Sono stati arrestati l’assistente capo della polizia penitenziaria e la sorella di un boss di camorra nell’ambito delle falle nella sicurezza al supercarcere di Badu ‘e Carros di Nuoro. Carmela Mele è imparentata con il boss Giuseppe, conosciuto con il soprannome di ‘o cacaglio a Pianura. Nell’inchiesta sono finiti circa 15 cellulari ritrovati dalla Squadra Mobile di Nuoro nell’ambito di una indagine partita alla fine dell’estate scorsa, in seguito a una segnalazione di alcuni agenti penitenziari che si sono accorti del traffico di telefonini.
TELEFONI DA 250 EURO
Dunque i due corpi sono riusciti a recuperare tutti i dispositivi. Uno è stato trovato addosso ad un detenuto e altri nelle celle o in spazi comuni del penitenziario. I cellulari venivano pagati dai detenuti, quasi tutti detenuti nell’ala dell’alta sicurezza, ora indagati per ricettazione, e venivano recapitati a Nuoro all’interno dei pacchi trasportati da un corriere all’assistente capo arrestato. Per il singolo telefono si sborsavano dai 100 ai 250 euro ma tra le transazioni tracciate ve ne è anche una da 1200 euro.
IL PACCO TROVATO A NAPOLI
Cinque pacchi sono entrati in carcere mentre un sesto è stato rinvenuto stamattina nel corso delle perquisizioni durante l’arresto di Carmela Mele: tutto era pronto per la spedizione. Le schede telefoniche dei cellulari consegnati erano intestate a cittadini stranieri sui quali sono in corso accertamenti patrimoniali.
Le stesse verifiche vengono eseguite tra Nuoro e Napoli sui conti intestati agli arrestati: Salvatore Deledda, l’agente, ora rinchiuso a Bancali mentre Carmela Mele è stata trasferita nel carcere di Pozzuoli. Gli inquirenti hanno, per ora, escluso evidenze investigative che possano far pensare che uno di questi telefoni sia stato utilizzato da Marco Raduano per organizzare la fuga, ma gli accertamenti proseguono.
