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venerdì, Aprile 26, 2024
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Avevano cellulari nelle parti intime, detenuti scoperti dopo la radiografia

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Nel pomeriggio di ieri la polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha ritrovato due microtelefonini in possesso di due giovani detenuti. Gli agenti sono stati insospettiti dal suono di un rilevatore di ultima generazione al passaggio dei due carcerati. Dopo la perquisizione, però, l’esito è risultato negativo. Per questo motivo si è deciso di accompagnare i ristretti all’Ospedale Civile di Aversa, per sottoporre questi ultimi a controllo Rx. A seguito dell’esame radiografico, è stato possibile appurare che entrambi nascondevano microcellulari nell’ano. A riportare la notizia è il segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Emilio Fattorello. Per i due detenuti, è scattata la denuncia.

Allarme covid nelle carceri di Napoli: 89 positivi a Poggioreale, 65 a Secondigliano [Articolo del 28 novembre 2020]

«Secondo gli ultimi dati raccolti, i detenuti positivi al Covid-19 nella regione Campania sono 158 di cui 89 a Poggioreale su una popolazione di 2091 detenuti, 65 a Secondigliano su 1186 detenuti, 3 a Benevento, 1 a Salerno. I detenuti positivi che si trovano ricoverati presso presidi ospedalieri esterni sono 3, di cui uno in gravi condizioni. Tra polizia penitenziaria, personale amministrativo e sociosanitario ci sono 218 positivi». Lo fa sapere il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello.

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«Mentre si consuma la falsa credenza che il carcere sia il luogo più sicuro per non contagiati dal Covid-19 – spiega Ciambriello – l’epidemia, causa sovraffollamento e promiscuità, malattie croniche e ambienti non igienizzati né sanificati, dilaga tra gli ‘invisibilì. Quasi da nessuna parte dispenser nei corridoi o davanti alle celle, poche mascherine. Non vengono distribuiti ai detenuti prodotti igienico sanitari, tra i quali l’amuchina, per sanificare stanze, scale e ambienti. C’è anche bisogno di darsi una svegliata, dalla politica alla società civile. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha lasciato soli i suoi dirigenti ed operatori penitenziari. Occorrono subito provvedimenti del Governo, delle Procure e dei magistrati di sorveglianza. Il carcere non è una discarica sociale. Occorre superare l’omertà del silenzio e andare oltre le mura dell’indifferenza», conclude Ciambriello.

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