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martedì, Aprile 30, 2024
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Cellulari e droga per i detenuti, arriva la richiesta di condanna per Pietro Ioia

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Otto anni e otto mesi di reclusione. Questa la richiesta avanzata dai pubblici ministeri Giuliana Giuliano e Ivana Fulco nei confronti di Pietro Ioia, l’ex garante dei detenuti di Napoli arrestato lo scorso ottobre. Ioia era finito in manette in quanto ritenuto uno dei componenti di un’associazione a delinquere che, in cambio di denaro, introduceva – proprio grazie a Ioia – cellulari, droga e altri oggetti, come orologi, nell’ “albergo”, come veniva chiamato in codice il carcere napoletano di Poggioreale. Insieme con Ioia – che avrebbe intascato qualche centinaia di euro per ogni consegna – i carabinieri arrestarono anche Sonia Guillari e Massimiliano Murolo, ritenuti a capo della banda e i detenuti Nicola Donzelli, Antonio De Maria e Vincenzo Castiello. Murolo rischia otto anni e quattro mesi, la Guillari sette mentre per Donzelli, De Maria e Casitiello sono stati richiesti dieci anni a testa. Per Maria Cardamone Maresca invece sono stati chiesti sei anni. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione. Proprio sull’ipotesi associativa i legali proveranno a ridimensionare le accuse (nel collegio difensivo tra gli altri gli avvocati Claudio Davino, Domenico Dello Iacono e Marco Bernardo)

L’articolo precedente. Le intercettazioni contro Ioia e il ‘caso’ dello scooter

Sono una decina le consegne che i carabinieri, coordinati dalla Procura di Napoli, hanno documentato con video e intercettazioni ambientali, compiute con la collaborazione della Direzione del Carcere di Poggioreale e la Polizia penitenziaria. In una emerge, come la definisce il gip, “l’affectio” di Ioia al programma criminoso. E’ il 16 dicembre 2021, la figlia gli chiede 500 euro e lui: “Ora vedo di entrare altri due cosarielli là dentro, sotto Natale… devo prendere pure il motorino a quello (il figlio)”. Alcune consegne, di cellulari e di droga, una di 50 grammi di cocaina, in cambio di 5-600 euro da suddividere, sono state sventate dai controlli ma non quella del dicembre 2021, quando Ioia lascia nelle mani dei detenuti Nicola Donzelli e Antonio De Maria hashish per 10mila euro, droga poi consegnata ad altri carcerati evidentemente per alimentare lo spaccio di stupefacenti all’interno del penitenziario più affollato d’Europa.

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Il denaro ricevuto, i 10mila euro, sono destinati ad essere suddivisi, sostengono gli inquirenti, tra Ioia, Donzelli e De Maria. Ovviamente i colloqui tra i componenti della banda, avvenivano in codice: la parola “albergo”, utilizzata per indicare Poggioreale, la usavano anche Ioia e Sonia Guillari al telefono fingendo appuntamenti amorosi per non destare sospetti. In realtà, hanno accertato i carabinieri, tutto era soltanto riconducibile alla volontà di mascherare le attività illecite visto che tra i due non è emerso alcun tipo di rapporto sentimentale, come anche incontri amorosi in hotel.

Con i soldi guadagnati facendo entrare illegalmente i telefonini in carcere Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli avrebbe acquistato uno scooter per il figlio. La circostanza emerge dall’ordinanza, nella quale gli inquirenti sottolineano che l’uomo anche nelle altre occasioni agiva per un tornaconto economico personale, in complicità con gli altri componenti dell’organizzazione finiti in manette con l’accusa di avere fatto entrare a Poggioreale droga e telefoni.

L’episodio dello scooter è stato ricostruito a partire da una intercettazione in ambientale datata 16 dicembre 2021 tra Ioia e sua figlia e rappresenta, si legge nelle carte del Tribunale di Napoli, “ulteriore conferma del fatto che Ioia agiva spinto da movente economico, ricevendo un compenso ogni volta che introduceva in carcere oggetti non consentiti”. La giovane le chiede 500 euro e lui risponde facendo intendere che i soldi arriveranno dalle attività illecite che sta svolgendo: “Ti pago io la spesa, cinquecento euro te li do io… ora vedo di entrare qualche altri due cosarielli là dentro, sotto Natale… devo prendere pure il motorino a quello”.

 

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