La recente scarcerazione di Patrizio Picardi ha dato nuova linfa criminale al clan Mallardo. Il ras, ritenuto dagli inquirenti un vero e proprio reggente della cosca, costola dell’Alleanza di Secondigliano, è uscito a seguito della decisione presa dalla Corte d’appello di Napoli che ha accolto l’istanza presentata dai legali di Picardi: quest’ultima era relativa all’insufficienza della misura cautelare per decorrenza dei termini. Una decisione che arriva dopo la precedente decisione della Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio la precedente sentenza che condannava Picardi a sei anni per un episodio estorsivo. Il reggente era detenuto al regime del 41 bis nel carcere di Parma.

Termini scaduti, dunque, e il boss del clan Mallardo è passato in un colpo solo dal 41-bis alla totale libertà. Di Picardi hanno parlato diversi collaboratori di giustizia tra cui Giuliano Pirozzi. Secondo quest’ultimo Picardi, tra il 2012 ed il 2013, aveva esteso i tentacoli della sua organizzazione anche sul territorio di Qualiano, favorito dagli arresti e dalla faida interna al clan locale Pianese-D’Alterio, divenendo, di fatto, il referente camorristico nel comune a nord di Napoli e braccio destro del boss Feliciano Mallardo.

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Picardi si unisce ad altri esponenti di spicco della camorra giuglianese, i quali hanno ottenuto la libertà dopo aver scontato la pena a loro inflitta o a seguito della decisoine dei giudici nei processi ancora in corso.

Negli ultimi mesi del 2023 sono usciti Pasqualina Olimpio e Lyudmila Pylypenko, rispettivamente sorella e moglie Michele Olimpio, ras del clan Mallardo

E’ uscito anche Antonio Guercia, 34enne giuglianese, alias o’spagnuolo, nipote di Ciccio Mallardo, il quale era stato condannato ad 8 anni e 6 mesi nell’ambito di due processi penali: a 4 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore che stava effettuando dei lavori edili a Qualiano; a 4 anni e 6 mesi perché, sottoposto agli arresti domiciliari per rapina, era stato sorpreso con un arsenale di armi in casa.

Si trovano fuori dal carcere anche altri 3 esponenti di grande spicco della mala giuglianese: Sessa Marino, Vincenzo Strino e Biagio Micillo.

Sessa Marino, 50enne giuglianese, era detenuto nel carcere di Lanciano in espiazione di un cumulo di pene di 7 anni e 4 mesi composto dalla pena di 6 anni di reclusione per associazione mafiosa ex art. 416 bis del codice penale e di 1 anno e 4 mesi per ricettazione.

E’ stato scarcerato Vincenzo Strino, 54enne di Giugliano, che era stato condannato per racket nell’orbita del clan Mallardo Strino era stato condannato alla pena di 2 anni ed 8 mesi di reclusione per estorsione aggravata dall’articolo 7 ed era stato dapprima detenuto presso le case circondariali di Secondigliano e Vicenza, per poi essere relegato agli arresti domiciliari in Giugliano in Campania.

E’ stato scarcerato per fine pena Biagio Micillo, alias Bias ‘o chiacchiarone, ras del clan Mallardo, egemone a Giugliano. Il criminale era detenuto presso il carcere de L’Aquila. Micillo ha scontato l’intera pena, inflittagli per estorsione ed associazione a delinquere. Era sottoposto al regime di carcere duro, il 41 bis, ma nonostante questo, il magistrato di sorveglianza del tribunale gli ha concesso la libertà vigilata, anzichè la casa-lavoro cui era destinato, per buona condotta. Per lo stesso motivo è anche stato scarcerato prima del previsto.

Micillo fu arrestato nel 2012 mentre si trovava in vacanza a Sperlonga in una lussuosa villetta, insieme alla famiglia. Il suo arresto nell’ambito di un’ampia retata che colpì altri 46 affiliati, o presunti tali, al clan Mallardo. Era accusato di essere il luogotenente della cosca criminale a Qualiano. Tesi che però non ha avuto conferma al processo che lo ha visto imputato.

“Alleanze con le altre cosche e affari con la politica, il clan Mallardo comanda sempre nonostante arresti e scissioni”

Un clan ancora forte e dominante, che non è stato scalfito nè dagli arresti nè dai tentativi di scissione. Un clan a due teste, che da una parte continua a coltivare le alleanze con le altre cosche e dall’altra ha rapporti con la politica locale. Questa la fotografia scattata dalla Dia del Clan Mallardo nell’ultima relazione pubblicata ieri.

I magistrati scrivono: “Il comprensorio di Giugliano fa rilevare la diffusa influenza dello storico clan Mallardo, componente di vertice nell’alveo dell’Alleanza di Secondigliano,

con un ruolo di straordinaria centralità nelle dinamiche decisionali e strategiche del predetto cartello. Il clan, forte del prestigio acquisito nel tempo, continua a mantenere solidi legami familiari con i i Contini, i Licciardi, i Bosti nella città di Napoli, ottime relazioni con i Nuvoletta, Polverino, Orlandodi Marano di Napoli, con i clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca  nonché e tramite suoi referenti, anche a Qualiano, dove operano i gruppi satellite D’Alterio-Pianese e De Rosa, tra loro antagonisti. Peraltro, è in rapporti con il clan dei Casalesi in particolare con il clan Bidognetti, fino a realizzare un cartello con i Licciardi ed i Casalesi chiamato convenzionalmente “gruppo misto”.