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giovedì, Maggio 2, 2024
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Clan Vigilia-Sorianiello, la Cassazione conferma 14 condanne

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La mazzata finale è arrivata nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte di fatto ha confermato quasi in toto le condanne inflitte in secondo grado anche se non sono mancate sorprese con l’annullamento dell’accusa di riciclaggio per Luigi e Pasquale Vigilia, Alfredo Vigilia junior e Christian Monaco. Per il resto tutto confermato per le condanne culmine dell’inchiesta che scoperchiò gli affari criminali del Rione Traiano e Soccavo. Quelli dei Vigilia e dei Sorianiello, un tempo insieme poi separatisi, per cui era arrivata la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Napoli (IV sezione). Le pene più pesanti quelle inflitte ad Alfredo junior Vigilia, Luigi Vigilia e Pasquale Vigilia (il primo a 19 e gli altri due a 18 anni di reclusione) mentre Simone Sorianiello(figlio del boss Alfredo ‘o biond) rimediò 11 anni di reclusione. Tra le altre condanne spiccavano quelle per i fratelli Mazziotti, Francesco, Salvatoree Giuseppe (rispettivamente a 12, 13 e 15 anni di carcere), Salvatore Paolillo (a 10 anni), Gennaro Della Corte (14 anni), Ciro Monfrecola (12 anni) e Vincenzo Mennone (11 anni). Il gruppo una volta era unito come accertato dalle forze dell’ordine quando furono eseguite le ordinanze di custodia cautelare.

L’operatività dei Vigilia e dei Sorianiello

Fu accertata in particolare l’operatività del clan e individuato il reggente, Alfredo Junior Vigilia, figlio di Alfredo detenuto dal 2009. Ricostruite le dinamiche criminali e le modalità di gestione di una “cassa comune” nella quale venivano fatti confluire i proventi delle attività. Era stato messo in piedi un sistema di approvvigionamento e smistamento di droga che a partire da una fitta rete di “piazze di spaccio” a Soccavo permetteva, con l’ausilio di spacciatori/fattorini, di distribuire anche a domicilio. Il provvedimento cautelare permise inoltre di acquisire elementi in relazione agli accordi stretti dal clan Vigilia con altri gruppi criminali operanti nell’area occidentale per la spartizione degli affari illeciti sul territorio. Documentati in particolare i rapporti intrattenuti dal sodalizio camorristico con i Sorianiello all’epoca guidati da Cesare Mautone (condannato in secondo grado a 11 anni).

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