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giovedì, Maggio 2, 2024
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Colpo fallito all’Apple Store di Napoli, i nomi della banda del buco

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Nell’aprile del 2022 volevano svaligiare l’Apple store di Napoli, ma i componenti della banda del buco era attesi dai carabinieri. Proprio in quei giorni sugli scaffali del negozio erano arrivati circa 600 iPhone 13 dal valore complessivo di 500mila euro. I militari, già sulle tracce degli indagati, hanno intercettato diverse conversazioni degli assalitori prima della loro entrata in azione.

Infatti nello store la banda non è mai entrata, così come è stato confermato dall’intercettazione di un indagato riportata nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giovanni Vinciguerra: “Tenevo le guardie addosso… meno male che me ne sono accorto! Tutte le guardie della Pastrengo, stavamo circondati attorno attorno dove noi stavamo bucando…

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I NOMI DEGLI ARRESTATI

Il gip del Tribunale di Napoli, dunque, ha disposto l’arresto in carcere per Gaetano Giordano, Patrizio Stefanoni, Alberto Castiglione e Luca Raiola e Gabriele Iuliano, invece, vanno ai domiciliari Salvatore Spagnuolo, Andrea Polverino, Giuseppe Peluso e Amalia Granieri. Tutti sono accusati di essere i membri della banda del buco che, ieri, è stata sgominata dai carabinieri della compagnia di Napoli Centro, coordinati dalla Procura (VII Sezione, Sicurezza Urbana, procuratore aggiunto Sergio Amato). Gli investigatori contestano agli indagati, 14 in tutto, l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio.

COLPO DA 173MILA EURO

Gli indagati sono ritenuti gli autori di un furto da 173mila euro condotto contro Deliberti, nota boutique di abbigliamento e scarpe in via Chiaia. Inoltre hanno rubato dalla biblioteca storica dell’ex complesso ospedaliero Gesù e Maria diversi oggetti d’interesse storico-culturale tra cui una statua, cimeli e antichi testi.

I militari hanno trovato e sequestrato a casa di uno degli arrestati 4 walkie talkie muniti di auricolari, una ventina di torce frontali, verosimilmente utilizzate in attività di scavo, un disturbatore di frequenze, una trentina di telefoni cellulari e varie videocamere.

I FINTI OPERAI

I carabinieri, con delle telecamere, hanno ripreso alcuni componenti della banda mentre si introducevano in un tombino, nell’androne di un palazzo del centro di Napoli, spacciandosi per operai. Uno di loro, accortosi della presenza del dispositivo, oscura l’obiettivo con una bomboletta spray ma non si accorge della presenza di un altro dispositivo che lo riprende mentre spruzza la vernice.

IL MODUS OPERANDI

Le indagini, svoltesi tra il marzo e il luglio 2022, hanno consentito di delineare il modus operandi, i ruoli e i compiti. Dopo la scelta dell’obiettivo – individuato grazie a sopralluoghi finalizzati anche a verificare l’accessibilità dalle reti dei sottoservizi e fognarie – iniziava una prolungata fase di scavo, le cui operazioni sono arrivate a durare anche due mesi; per poi culminare nella fase esecutiva. Durante le perquisizioni di ieri, in un’abitazione, i Carabinieri hanno trovato nel pavimento una botola.

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