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sabato, Aprile 27, 2024
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Compravano droga dalla Campania e facevano la bella vita, colpo milionario ai narcotrafficanti della mafia

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La polizia ha sottoposto a confisca un patrimonio del valore complessivo di oltre 1 milione di euro riconducibile a Tommaso Catalano, palermitano di 58 anni ed al figlio Pietro. Il tribunale di Palermo, accogliendo le proposte del Questore di Palermo, ha emesso un decreto con il quale ha disposto la confisca di numerosi beni riconducibili a padre e figlio.

 

Il provvedimento ha interessato un cospicuo patrimonio, ritenuto frutto e rinvestimento di attività illecite, costituito da 3 appartamenti a Palermo, un immobile situato a Campofelice di Roccella all’interno di un complesso turistico – residenziale dotato di piscina condominiale e servizi vari, una villa ubicata nel comune di Trabia in contrada Petruso nonché una Mercedes GLK 200, tutti intestati a familiari conviventi.

 

 

Tommaso e Pietro Catalano sono soggetti stabilmente inseriti in circuiti criminali dediti alla detenzione ed al traffico di sostanze stupefacenti. Nel dicembre 2015 i due sono stati sottoposti, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo a fermo dai carabinieri di Palermo nell’ambito dell’operazione di contrasto al narcotraffico denominata “Panta Rei”, perché ritenuti gravemente indiziati dei reati di traffico, detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti aggravati dall’aver agevolato “cosa nostra”.

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Dalle indagini è emerso come padre e figlio, fossero soggetti organici ad una consorteria criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, in particolare tra la Campania e la Sicilia, per la quale hanno gestito la rete di vendita, il procacciamento della clientela, l’importazione della sostanza stupefacente dalla Campania ed il mantenimento dei contatti con i fornitori. Gli stessi, inoltre, sono risultati coinvolti, in concorso con altri soggetti, per plurimi episodi di detenzione e trasporto di sostanza stupefacente del tipo cocaina oltre che di cessione di cocaina ed hashish a diversi individui, reati, questi ultimi, aggravati dall’aver agito al fine di agevolare l’attività di Cosa Nostra, in particolare del mandamento di Porta Nuova. Per tali fatti i due sono stati condannati rispettivamente a 6 ed 8 anni di reclusione.

Nel febbraio del 2017, a Pietro Catalano, mentre si trovava ancora in regime detentivo, è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Palermo a seguito delle indagini condotte dalla sezione antidroga della squadra mobile nell’ambito dell’operazione denominata “Back Again”, a carico di 16 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione, cessione e traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana. In particolare, con il provvedimento Pietro Catalano venne indagato per i reati di detenzione e spaccio di ingenti quantità di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana.

 

A partire dal 2017, l’Ufficio misure di prevenzione della Questura di Palermo ha condotto indagini patrimoniali nei confronti sia di Tommaso Catalano che del figlio Pietro, nonché dei rispettivi nuclei familiari conviventi che hanno consentito di accertare una sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari ed immobiliari effettuati dagli stessi e i redditi percepiti, incongruenza, questa, che faceva concretamente presumere l’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita, evidentemente frutto delle lucrose attività criminali legate al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito del quale i Catalano erano diventati punti di riferimento anche rispetto ad analoghe organizzazioni operanti sul territorio campano.

 

In seguito a tali accertamenti i Catalano venivano prima proposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale e, successivamente, raggiunti dai decreti di sequestro beni emessi dal tribunale di Palermo, oggi divenuti di confisca”. Con il medesimo provvedimento il tribunale ha anche applicato la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni e sei mesi a Tommaso Catalano e di due anni e sei mesi per il figlio Pietro.

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