Annullata la sentenza per l’omicidio di Francesco Della Corte, il vigilante ucciso da tre minori mentre svolgeva il proprio ruolo nella metro di Chiaiano. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati dei tre imputati. Erano stati condannati in primo grado e in appello (difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello, Mario Covelli, Nicola Pomponio, Giuseppe Musella).Annullato con rinvio la sentenza dalla Cassazione.
Probabile che i giudici abbiano indicato una rivalutazione della pena per i tre reo confessi sull’aggravante della crudeltà e sulla mancanza di motivazione del diniego delle circostanze generiche. Furono condannati ad anni sedici e mesi sei. Ora ci potrebbe essere una riduzione di pena in un nuovo processo d’appello oppure i giudici napoletano possono confermare la condanna a sedici anni e sei ma con una motivazione più approfondita. Inutile dire che questo provvedimento alimenta rabbia e sconcerto in seno alla famiglia del lavoratore ammazzato alle spalle in modo gratuito.
Le condanne precedenti annullate
La famiglia Della Corte chiede giustizia
«Ho la stessa sensazione di quando mio padre era in ospedale ricoverato in terapia intensiva e iniziavo a maturare la convinzione che non l’avrei mai più rivisto». Non potrebbero essere più efficaci le parole di Marta Della Corte, la figlia di Francesco Della Corte, per descrivere il suo stato d’animo e quello degli altri familiari dopo la sentenza di Cassazione.
Marta Della Corte è in lacrime mentre parla con InterNapoli.it. «Non mi sarei mai aspettata una decisione del genere. Noi eravamo tranquilli. Io ho riletto 100 volte la sentenza di condanna e mi aspettavo tutt’altro epilogo». Possibile che ai 3 nel nuovo processo di Appello possa essere confermata la condanna con una motivazione più approfondita. Ma, intanto, c’è rabbia nella famiglia del vigilante che morì dopo quasi due settimane di agonia. «Ma quale motivazione più approfondita ci potrebbe mai essere? Da quanto emerso dalle indagini, chi l’ha aggredito non si è fermato neppure quando mio padre era a terra dopo essere stato colpito» aggiunge ancora Marta che, al pari dei suoi familiari e dei legali, non era presente in aula al momento della sentenza. «Ora – conclude – la mia giornata è completamente stravolta, ma speriamo almeno che la precedente condanna sia confermata».
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