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sabato, Aprile 27, 2024
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Donna morta all’ospedale di Pozzuoli dopo l’operazione, l’Asl ricostruisce la vicenda

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Chiede la verità sulla morte della madre, sulle pagine de Il Mattino Mario ha denunciato il personale medico e paramedico del presidio Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Il caso di presunta malasanità ai danni della 83enne napoletana è descritto dettagliatamente nelle 4 pagine di denuncia per omicidio colposo presentate ai carabinieri di Pozzuoli. La donna aveva accusato forti dolori alla pancia e, per questo, era stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso di Pozzuoli, poi  è stata operata per un’occlusione intestinale e  successivamente è morta per setticemia a causa dell’infezione alla ferita chirurgica di cui nessuno si è accorto». Le accuse rivolte dai familiari della paziente riguardano l’assistenza post operatoria nei reparti di Chirurgia e Medicina Generale dove «è stata sottovalutata la gravità della situazione – spiegano i parenti – per questo abbiamo deciso di denunciare l’accaduto affinché non si possano ripetere errori di questo tipo».

La replica dell’Asl Napoli 2 Nord

 In merito al caso segnalato oggi sulla stampa inerente la morte di una ottantatreenne presso il Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli lo scorso giugno, a seguito di un intervento effettuato in urgenza, l’Azienda ha rilevato quanto segue.

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“La signora I. A. è stata operata in urgenza lo scorso 21 maggio per un delicato intervento, in quanto era in atto un blocco intestinale. La paziente era stata dimessa dall’ospedale S. Paolo di Napoli solo quattro giorni prima del suo primo accesso al Santa Maria delle Grazie. La patologia sofferta ha costretto i chirurghi ad effettuare una stomia in un tratto alto dell’intestino, ovvero un’apertura intestinale direttamente all’esterno, mediante il posizionamento di una “borsetta”. Tale soluzione chirurgica, in alcuni casi e per alcuni pazienti particolarmente deboli (quale era la signora), può determinare problemi di infezioni post-operatorie.

Tale eventualità sembrerebbe essersi verificata in questo caso, in quanto la paziente è stata riaccompagnata in Pronto Soccorso pochi giorni dopo le dimissioni per problematiche connesse alla ferita. Nonostante le cure prestate nel reparto di Medicina del Santa Maria delle Grazie – in quanto la Chirurgia non aveva posti letto a disposizione – date le precarie condizioni della paziente, medici ed infermieri non sono riusciti a far fronte alle conseguenze dell’intervento”.

Dice il Direttore Generale Antonio d’Amore “Per valutare un caso come questo è fondamentale avere il lucido distacco per distinguere eventuali mancanze assistenziali dai naturali pericoli connessi alle terapie mediche e chirurgiche: esiste sempre un rischio connesso ad una pratica medico-chirurgica, dobbiamo accettarlo e considerarlo.

Viceversa, potremmo finire col dissuadere i medici ad intervenire per tentare interventi salvavita in condizioni delicate. L’ospedale Santa Maria delle Grazie è cresciuto in modo enorme per numero e complessità dei casi trattati, ciò implica che spesso si venga chiamati ad intervenire su pazienti con quadri clinici complessi. Come medici siamo chiamati ad intervenire, ma non possiamo essere accusati di malasanità quando i miracoli non riescono”.

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