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venerdì, Aprile 26, 2024
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Tenta di passare mezzo kg di hashish al fratello detenuto a Poggioreale

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Ieri il fratello di un detenuto è stato trovato in possesso di mezzo kg di hashish. Il parente voleva passare la droga durante il colloquio nel carcere di Poggioreale. L’intenzione non è sfuggita ai controlli dei poliziotti penitenziari, infatti, hanno ritrovato tutto all’interno di un paio di scarpe.

Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria Sappe ricostruisce l’accaduto: “Durante i colloqui tra familiari e detenuti del Reparto detentivo Napoli, il personale della Polizia Penitenziaria ha rivenuto, con sagacia e professionalità, un ingente quantitativo di droga. Diverse centinaia di grammi della sostanza tipo hashish, confezionate in tanti panetti, erano infatti state abilmente nascoste all’interno di un paio di scarpe appartenenti ad un familiare, di origine napoletana, prossimo al colloquio con il fratello. Si parla di circa 400/500 grammi”.

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Fattorello sottolinea ancora che “il sequestro di ieri segue di qualche giorno un analogo rinvenimento di sostanza stupefacente dello stesso tipo e quantità sulla persona di familiare diretto al colloquio. I complimenti del Sappe Campania vanno a tutto il personale della Polizia Penitenziaria di Poggioreale, che garantisce legalità assolvendo tutti i compiti istituzionali pur tra mille quotidiane difficoltà in una secolare carente struttura penitenziaria ove i ristretti superano le 2.000 unità”.

I PROBLEMI 

“La carenza organica dei poliziotti in questo mese di agosto ha costretto anche ad una sola unità del corpo di sorvegliare più piani degli affollati padiglioni arrivando al controllo, per cosi dire, anche di centinaia di detenuti in condizioni ambientali e strutturali indescrivibili, un vero e proprio inferno per tutti sia essi detenuti che operatori”.

Per il Sappe Campania “ormai il carcere di Poggioreale, per la quantità di traffici e relativi sequestri di droga, è divenuta una vera e propria piazza di spaccio di Napoli, gestita anche con l’esterno a mezzo dei tanti cellulari in possesso illecito all’interno della struttura”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe commenta: “Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei baschi azzurri di Poggioreale a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il Sert per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai baschi azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.

“Questo episodio”, prosegue Capece, “ci ricorda che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga in un carcere”.

PROBLEMI DI DROGA

I sindacalisti del Sappe evidenziano che “dai dati in nostro possesso sappiamo che il 30% circa delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su quattro, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per se cosi problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Nel contempo, va stroncato con fermezza ogni tentativo illecito di introdurre e far circolare droga in carcere e va punito severamente chi se ne rende responsabile. Ma va anche evidenziata e valorizzata la professionalità e l’attenzione del Personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Poggioreale a Napoli che ha stroncato tali pratiche illecite”.

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