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Droga e racket per gli Abbinante, stangata per il clan del Monterosa

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Fiumi di droga ed estorsioni a tappeto per riconquistare il potere criminale a Scampia. Si è concluso nei giorni scorsi il processo di primo grado al clan Abbinante. Per la quasi totalità degli imputati il gup Parrella è andato persino oltre le richieste della Procura con le pene più severe incassate dai capi e promotori del sodalizio del rione Monterosa. Venti anni di reclusione sono stati inflitti al boss Arcangelo Abbinante, a Salvatore Mari, detto “o’ tenente”, prima della cattura inserito nella lista dei ricercati più pericolosi del Viminale, Alessio Cuomo e Patrizio Sergio. Queste nel dettaglio le pene per gli altri imputati: Nicola Capasso (18 anni); Salvatore Iorio (17 anni, 9 mesi e 10 giorni); Andrea Arpino (14 anni e 10 mesi); Francesco Abbinante (classe ’98, 14 anni); Paolo Ciprio (13 anni e 4 mesi); Claudio Di Napoli (12 anni); Vincenzo Carrino (12 anni); Giovanni Gelsomino (12 anni); Vincenzo Pagano (12 anni); Guido Esposito (11 anni e 4 mesi); Francesco Bartolo (11 anni, un mese e 10 giorni); Domenico Martello (11 anni, un mese e 10 giorni); Giovanna Monetti (11 anni, un mese e 10 giorni); Gennaro Matuozzo (10 anni); Rosa Marotta (9 anni, 5 mesi e 10 giorni); Luigi Basile (9 anni e 4 mesi); Tommaso Ciriello (9 anni e 4 mesi); Giuseppe Romano (9 anni e 4 mesi); Gennaro Russo (9 anni e 4 mesi); Salvatore Volpicelli (8 anni, 10 mesi e 20 giorni con multa di 40mila euro); Antonio Esposito (8 anni, 6 mesi e 21mila euro di multa); Vincenzo Candido (8 anni, 5 mesi e 10 giorni); Salvatore Morriale (8 anni e 20mila euro di multa); Francesco Nocera (8 anni); Vincenzo Frattini (6 anni e 8 mesi); Alessandro Errico (6 anni e 21mila euro di multa). Assoluzioni da alcuni dei capi d’accusa contestati per Arcangelo Abbinante, Paolo Ciprio, Alessandro Errico, Guido Esposito, Salvatore Volpicelli, Vincenzo Pagano (difeso dall’avvocato Nicola Pomponio) “per non avere commesso il fatto” (in quest’ultimo caso si tratta di un’estorsione). Assoluzione per alcuni dei reati contestati ma con la formula “perché il fatto non sussiste” per Antonio Esposito e Salvatore Iorio. Del collegio difensivo, oltre a Pomponio, hanno fatto parte, tra gli altri, gli avvocati Domenico Dello Iacono, Antonella Regine, Luca Mottola e Dario Carmine Procentese.

“Dovete dare tutto a me”, le minacce degli Abbinante ai titolari del negozio di autoricambi

«Dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Queste le minacce proferite da Francesco Abbinante, figlio del capoclan Guido Abbinante, ai titolari dell’azienda di autoricambi con punti vendita a Giugliano e Qualiano, che avrebbero dovuto versare al giovane ras 500mila euro. I soldi non sono mai stati consegnati ed ecco che è iniziato il calvario degli imprenditori fino alle fiamme appiccate al locale lo scorso aprile. Dalla lettura dei capi di imputazione si apprende che a dare il via all’escalation di violenza sarebbe stato proprio Abbinante che il 9 ottobre 2023 si sarebbe presentato nel negozio di autoricambi minacciando uno dei titolari: «Tutto quello che fate qua, passo una volta al mese, mi dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Stessa scena pochi mesi fa quando Pugliese, Cicala ed Estatico, esponenti del clan Grimaldi di Soccavo, minacciavano il titolare chiarendo «di essere venuti a nome di Guido Abbinante, il quale pretendeva 500mila euro e due appartamenti».

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