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giovedì, Maggio 2, 2024
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Droni con droga e cellulari e colomba farcita di hashish: sequestro nelle carceri di Poggioreale e Carinola

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Un importante rinvenimento ad opera degli uomini del Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di CARINOLA, nel Casertano, con l’ausilio di militi dell’Arma dei Carabinieri, ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga. La denuncia è di Tiziana Guacci ed Ettore Natale, rispettivamente segretario regionale per la Campania e segretario locale di Carinola del SAPPE, che danno notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore: “Ieri sera, dalla Sala Regia del carcere, hanno visto volare un drone sulla struttura detentiva: supportati dai Carabinieri, gli uomini della Polizia Penitenziaria, hanno fermato due uomini che stavano manovrando l’aeromobile mentre una terza persona, una donna che li attendeva a bordo di un’auto è riuscita a scappare”. I sindacalisti informano che “nel pacco che il drone stava trasportando vi erano 1,8 kg di hashish, diversi quantitativi di cocaina, 10 microtelefoni, 10 smartphone, un coltello a serramanico ee una macchinetta per tatuaggi”.

Il Segretario Generale SAPPE Donato Capece evidenzia come anche quest’ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Carinola” Il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo informa che è in corso di organizzazione territoriale “un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro, i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.” Per questo l’auspicio del leader nazionale del SAPPE “è che presto anche la Campania possa disporre di un numero sufficiente di poliziotti, adeguatamente preparati, formati e specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che

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NAPOLI, NEL CARCERE DI POGGIOREALE IL CANE SPIKE DEI CINOFILI ELLA POLIZIA PENITENZIA SCOVA UNA COLOMBA “FARCITA” DI HASHISH. ALTRO STUPEFACENTE NEI DEODORANTI STICK

Importante operazione di servizio nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Come spiega il Segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Tiziana Guacci, “questa mattina presso la Casa circondariale di Poggioreale, a Napoli, è stata eseguita una brillante operazione di contrasto all’introduzione di droga e sostanze stupefacenti. L’operazione è stata eseguita dal personale di Polizia Penitenziaria, coordinato dal vicecomandante di Reparto, Savina D’Ambrosio, in collaborazione con le unità cinofile e il cane Spike. Durante tale operazione, sono stati sequestrati al padiglione Livorno 125, 50 gr di hashish, una parte già divisa in dosi ed occultata all’interno di deodoranti Stick, mentre un intero panetto era stato nascosto all’Interno di una colomba. Un plauso al personale di Napoli Poggioreale che, nonostante un grave sovraffollamento e la grave carenza di organico, riesce a garantire la legalità”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza.La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile che sono anch’esse fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere”.

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