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E’ ancora emergenza granchio blu in Italia, numerosi esemplari sulle coste adriatiche e tirreniche

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In Italia è ancora emergenza granchio blu. Il governo ha quindi deciso di prendere misure più incisive. Dovrà pensarci Enrico Caterino, già prefetto di Rovigo, nominato commissario straordinario per il granchio blu. Ha il compito di mettere su un piano che porti alla diminuzione nelle acque italiane, soprattutto quelle del litorale adriatico, di questa ‘specie aliena’ (oltre che alla protezione degli impianti di allevamento e acquacoltura da Chioggia in giù). Sarà affiancato da un vice ancora da individuare. Intanto da Roma si alza un appello per una risposta coordinata a livello europeo.

E’ ancora emergenza granchio blu in Italia: “Rischia di compromettere l’ecosistema marino”

Il granchio blu, originario delle coste atlantiche e sbarcato nel Mediterraneo intorno al 2020, “ha compromesso alcune attività economiche e soprattutto rischia di compromettere l’intero ecosistema marino senza misure strategiche”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

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Con la nuova figura del commissario ci sarà “un salto di qualità” nel tentativo di contenere i danni, specie alle coltivazioni di vongole nostrane. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha poi sottolineato come Caterino, reduce anche dall’esperienza di commissario di Torre Annunziata, si è già dimostrato “un grande servitore dello Stato” e come la sua nomina sia “stata condivisa in grande sintonia” tra il ministero dell’Agricoltura e quello dell’Ambiente.

Caterino, il nuovo commissario scelto per fronteggiare l’emergenza, ha spiegato come inizialmente si concentrerà sull’Alto Adriatico, ma che “non ci focalizzeremo solo su Goro e Chioggia, che è stato l’epicentro dell’emergenza”. L’obiettivo finale è “riuscire a monitorare il tutto per controllare il proliferare di questa specie aliena”, coinvolgendo tutti i territori interessati e “dialogando e confrontandosi col settore ittico e dell’acquacoltura e coi centri di ricerca”.

Legacoop Agroalimentare ricorda che da marzo a fine luglio di quest’anno sono stati smaltiti 403mila chili di granchio blu. Una quantità troppo alta. Già a luglio 2023 Confcooperative Fedagripesca denunciava che i pescatori spendevano 100mila euro al giorno per smaltire i granchi e mettere in salvo le loro produzioni.

Anche le sponde del Lago Patria invase dal granchio blu, pescatori a caccia della “specie aliena”

Il granchio blu ha invaso anche il bacino del mediterraneo ed il Lago Patria. Lo specchio d’acqua giuglianese ne è ormai pieno, fino alla foce che conduce verso il mare. Una situazione che ha raggiunto il picco nei giorni scorsi, con esemplari presenti persino sulla circumlago, fino alla riapertura del canale.

Sono tanti i pescatori, nella zona e ormai da tempo, a caccia di questa nuova “specie aliena”. Molte pescherie di Napoli hanno iniziato a vendere granchi blu che possono costare diverse decine di euro al chilo. Ne fanno scorta soprattutto i cinesi, ma anche alcuni chef italiani stanno iniziando ad usare ricette che prevedono il ricorso ad alcuni esemplari di questa specie.

Originario delle coste atlantiche americane, il granchio blu ha iniziato a diffondersi anche in Italia, in particolar modo lungo la costa adriatica. Ma da un po’ di tempo a questa parte sono stati avvistati diversi esemplari anche lungo quella tirrenica, quindi anche sulle sponde del Lago Patria. Ogni femmina depone tantissime uova, quindi gli esemplari aumentano e, di conseguenza, anche i pescatori che si mettono sulle loro tracce.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.