“Tornata a casa, mi sono cambiata. Ma i vestiti che indossavo quando ero con la bambina non erano sporchi di sangue, ero macchiata solo nelle braccia”. Erano state queste la parole pronunciate da Martina Patti durante la prima confessione sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo. Quei vestiti sono stati trovati dai carabinieri durante un sopralluogo fatto sabato pomeriggio. In bagno sono poi state trovate altre tracce di sangue, rimaste probabilmente lì quando la donna era rientrata per lavarsi. Nessuna traccia, invece, nel soggiorno, dove ha trascorso gli ultimi momenti sereni con la figlioletta, prima di portarla nel campo poco distante.
Caccia all’arma
Non è stata trovata l’arma con cui è stata uccisa Elena Del Pozzo, nonostante le ricerche dei carabinieri del Sis e del comando provinciale di Catania e del Ris di Messina. I militari hanno anche battuto a fondo la campagna, dove è stato trovato il cadavere della bimba.
La piccola Elena Del Pozzo uccisa con 11 coltellate
I colpi alla piccola Elena Del Pozzo dalla mamma sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina, non ancora trovato, e sono stati più di undici. Uno solo è stato letale perché ha reciso i vasi dell’arteria succlavia. Ma la morte della bambina non è stata immediata. È quanto si apprende da fonti della Procura sui primi esiti dell’autopsia eseguita ieri sulla bambina uccisa dalla madre, Martina Patti, 23 anni, che ha confessato il delitto.
“Dalle anticipazioni del medico autoptico si può dire sin d’ora che i colpi sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina. Ancora non trovato, e sono più di undici. Uno solo è stato letale perché ha reciso i vasi arteriosi dell’arteria succlavia ma la morte non è stata immediata”. Lo si apprende da fonti della Procura di Catania dopo l’autopsia avvenuta ieri pomeriggio sul cadavere della piccola Elena.
“Il decesso”, inoltre, “è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13”.