14.8 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

«Era fuori controllo», il pentito Tamburrino spiega come fu ucciso l’ex reggente dei Di Lauro

PUBBLICITÀ

E’ il grande accusatore dei Di Lauro, colui che ha consentito la cattura di Marco Di Lauro ma anche la ricostruzione di diversi omicidi avvenuti nell’area nord. Salvatore Tamburrino, vera voce di dentro della mala di Secondigliano, ha aiutato i magistrati anche a far luce sull’omicidio di uno dei ‘pezzi da novanta’ del clan, ossia il ras Ciro Maisto, inchiodando diversi colonnelli del clan del Terzo Mondo e lo stesso reggente. «Fu Pasquale Spinelli a raccontarmi le circostanze del fatto quando venni scarcerato. Fu Spinelli che mi disse di essere andato a bussare a Maisto per farlo scendere e si era portato il motorino dietro la villa dicendo ‘ci sono gli amici che ti vogliono parlare’ facendo i nomi di Nunzio Talotti e Raffaele Musolino e disse che alla villa c’era pronto Antonello Faiello che gli sparò. Chiesi allo Spinelli dei motivi che avevano spinto il clan ad ucciderlo, poichè Maisto era un affiliato storico ai Di Lauro, che aveva commesso anche omicidi per il clan medesimo. Spinelli disse che era un periodo che il Maisto era incontrollabile, trattava male i ragazzi e diceva cose del tipo ‘se io mi giro con gli scissionisti i Di Lauro hanno un problema’. Disse Spinelli che a Marco Di Lauro queste parole avevano dato fastidio ed ordinò di uccidere Maisto».

Le dichiarazioni del pentito Lombardi

Oltre Tamburrino fondamentali le rivelazioni di altri collaboratori di giustizia tra cui Vincenzo Lombardi, un altro ras che aveva avuto contrasti con Talotti:«L’omicidio di Maisto, per come raccontatomi da Raffaele Musolino, che confermò quello che avevo giù intuito, fu commesso da quattro persone. Spinelli Pasquale andò a prendere Maisto, che usciva du casa sempre armato con il motorino, Antonello Faiello, portato da Gennaro Vizzaccaro era già nascosto nei giardinetti della Villa Comunale. Spinelli, si fermò nei pressi della villa comunale fìngendo di dover andare al bagno. Poiché Maisto era cresciuto con Spinelli e si fidava, non ebbe modo di difendersi da Faiello che aspettava dietro il muretto. Costui gli arrivò da dietro e sparò alla nuca del Maisto che morì sul colpo. Spinelli prese da terra le due pistole di Maisto che costui teneva addosso. Sono quindi venuti dietro l’associazione facendo finta dì niente, La gente arrivava dicendo che avevano animavate o Mellone, il soprannome di Maisto Ciro».

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Fassino denunciato per il furto di un profumo, l’accusa: “Lo aveva già fatto”

Già in passato Piero Fassino sarebbe stato riconosciuto come autore di un furto nel duty free del Terminal 1 dell'aeroporto...

Nella stessa categoria