Condannato in appello Gennaro Amirante detto scimità, 39 enne genero del boss Gennaro Longobardi. L’accusa è quella di racket nei confronti di un ristoratore di Pozzuoli attraverso l’acquisto di frutti di mare. Ha incassato 6 anni e 4 mesi rispetto agli otto anni del primo grado. Il suocero invece era stato condannato, nelle scorse settimane a 13 anni e 4 mesi e attende pure lui il secondo grado. La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli e dellaCompagnia di Pozzuoli, avevano portato alla luce la particolare forma di estorsione, il boss chiedeva il pizzo attraverso l’acquisto di frutti mare da parte del genero e l’imprenditore sarebbe stato costretto ad acquistarne per un valore di 1.500 euro al mese, una “spesa” giudicata eccessiva per l’imprenditore. Gennaro Longobardi era uscito dal carcere a maggio del 2017, dopo aver trascorso 13 anni in cella in regime di «41 bis». Amirante è stato
raggiunto in carcere lo scorso anno da una seconda ordinanza per la rapina ad una autotrasportatore.