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domenica, Aprile 28, 2024
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“Ti ridarò la pace che ti hanno tolto”, i familiari difendono l’uomo condannato per pedofilia

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“Giustiziato senza avere la tua giustizia, finché avrò vita ti prometto che farò emergere la verità. Ti ridarò la pace che ti hanno tolto”. Lo ha fatto scrivere sui manifesti funebri Teresa Matarazzo, sorella di Giuseppe, l’ex pastore di 45 anni di Frasso Telesino (comune in provincia di Benevento), ucciso giovedì sera davanti casa, un mese dopo che era uscito dal carcere dove aveva scontato una condanna per pedofilia.

La donna crede fermamente nell’innocenza del fratello e promette di battersi per “far uscire la verità sul caso” e lancia pesanti accuse: “E’ morto atrocemente senza alcuna colpa. Infangare la memoria di un uomo rappresentano gli unici rimedi per lavare un presunto onore e o forse alleggerire le proprie colpe”. In realtà Matarazzo è stato riconosciuto colpevole di aver abusato di una ragazzina minorenne.

La storia di Giuseppe Matarazzo

Venne arrestato dai carabinieri nel 2009 con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una quindicenne del posto che un anno prima si era uccisa impiccandosi.

Matarazzo nel dicembre 2011 fu condannato a 11 anni e 6 mesi dalla Corte di Appello di Napoli. Sull’omicidio dell’uomo, a compierlo sarebbero stato due uomini arrivati davanti alla casa rurale dei genitori  su una Bmw, indagano i carabinieri coordinati dalla Procura di Benevento. La data dei funerali ancora non è stata fissata in quanto deve essere ancora effettuata l’autopsia sul cadavere della vittima.

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Nessuna pista esclusa, ma la prima a essere battuta dagli investigatori è quella della vendetta contro il pedofilo, arrivata a dieci anni di distanza.

I social si dividono

#iostocongiuseppe e #siamotuttigiuseppe sono i due hastag polemici che stanno facendo il giro dei social alimentati anche dal polemico manifesto funebre della sorella di Giuseppe Matarazzo. Intanto dal punto di vista delle indagini i carabinieri hanno già ascoltato una trentina di persone compreso i familiari.

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