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venerdì, Marzo 29, 2024
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Pd di Melito, in fuga anche D’Alterio: ‘Ora racconto la verità sul partito e Carpentieri’

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Ad un anno dalle amministrative il Partito Democratico di Melito è di fronte all’ennesima implosione. Quello che era il primo partito in città è oramai la casa di pochi. Da questo punto di vista Melito ha fatto da precursore rispetto a quanto a accaduto a livello nazionale, dove i democrat sono ai limiti storici, dopo scissioni più o meno ufficiali.

In quel di Melito c’è aria di rinnovo dei vertici, visto che la stragrande maggioranza dei dirigenti locali si è da tempo diretta verso i lidi. La fuga verso i Moderati Democratici Progressisti e quella civica successiva verso l’attuale sindaco Antonio Amente, non ha però placato gli animi.

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Questa volta ad annunciare l’uscita dal partito (a meno di incredibili colpi di scena nelle prossime ore) è Stefano D’Alterio, segretario particolare dell’allora primo cittadino Venanzio Carpentieri è più votato alle ultime amministrative nel Pd.

Nonostante l’exploit D’Alterio è rimasto fuori dal consiglio comunale, avendo i democratici conquistato un solo scranno su cui siede il candidato sindaco Venanzio Carpentieri.

D’Alterio in questo lungo comunicato, di seguito riportato, non le ha mandate a dire allo stesso Carpentieri ed ai vertici provinciali del partito, chiamato in causa per stoppare l’elezione oramai prossima del nuovo segretario cittadino.

“È passato un anno dalle ultime amministrative, un anno esatto da quando ho deciso di essere spettatore della vita politica del paese e tacere, anche quando forse era il caso di intervenire. Un silenzio che oggi ho deciso di interrompere. Partiamo da lontano: un anno e mezzo fa, 13 consiglieri comunali misero la parola fine all’amministrazione Carpentieri della quale ero segretario particolare del Sindaco. Da quel giorno ho seguito passo dopo passo Venanzio figura guida per me. Ho cercato con lui, altri esponenti dell’amministrazione uscente e nuovi gruppi politici di creare un alternativa alle due coalizioni che oramai si erano formate(D’angelo da una parte e Amente dell’altra). Tentativo che non ha portato a niente se non a una frammentazione delle forze in campo verso i “due porti sicuri”. A quel punto il PD era chiamato a una scelta aggregarsi o correre da solo. Dopo un assemblea degli iscritti, di cui il risultato venne ratificato nel direttivo si decise di appoggiare il candidato Amente. Tutti eravamo contenti perché il gruppo consolidato in 4 anni non andava in frantumi ma restava unito e aveva possibilità di incidere positivamente nell’amministrazione. A 48 ore dalla consegna delle liste da Roma chiedono che il PD corra da solo con Carpentieri Sindaco.Una decisione che sfascia il gruppo, che lascia Carpentieri da solo se non con il supporto di 4/5 fedelissimi.La sconfitta era preannunciata alla vigilia ma nonostante tutto cercammo di creare entusiasmo intorno a noi. Al ballottaggio arrivarono D’angelo e Amente, il partito scelse di non scegliere e di lasciare liberi i nostri elettori, io personalmente senza timore mi adoperai per Amente.

Nei miei confronti furono tante le offese e le ingiurie, non fui difeso per niente dal mio partito anzi fu convocato un direttivo dove sul banco degli imputati c’era il sottoscritto e tutta la squadra che mi aveva sostenuto. In quella sede decisi di non andare allo scontro perché era quello che cercavano i miei amici di partito, anzi mi difesi e lasciai la sezione con la convinzione di restare fermo per un po. Di lasciare spazio ad altri di ricostruire.

Dopo un anno, alla luce degli ultimi avvenimenti, è giusto però dire realmente cosa è successo in questi 18 mesi e non raccontarlo come ho fatto anch’io nella prima parte. È giusto che tutti sappiano la verità.

Dopo la sfiducia, ci attivammo subito per cercare di trovare un accordo con i gruppi della vecchia amministrazione. Dopo tanti nomi fatti e tantissimi giri di consultazione vi era la reale possibilità di indicare il prof. Franco Ferraro candidato Sindaco del PD e di altre forze civiche. Un nome che aveva il bene placido di tanti. In una notte e una mattinata riuscimmo a stappare anche il consenso favorevole del neonato  gruppo di giovani. Era fatta, avremmo solo dovuto risolvere al nostro interno ma non ci sarebbero stati problemi. Il prof. Franco Ferraro era visto come una figura di transazione.

Improvvisamente, però, al tavolo delle trattative, Venanzio che faceva da portavoce fece saltare tutto, rivendicando la centralità del PD. Quando finì, chiesi il perché decise di far saltare tutto e lui mi rispose che era giusto così e bruciato Ferraro bisognava ricostruire(a meno di un mese dalla presentazione).

Andai a casa deluso e amareggiato, volevo già in quel momento smettere.

Il buon senso mi disse di continuare, pensai che Venanzio se fece quella scelta significava che fosse quella giusta.

Dopo qualche giorno venne fuori, durante un direttivo(dove stranamente era assente), l’appoggio ad Amente. In quel preciso istante, preso dalla confusione lo avvisai subito. Consapevole che non gli avrebbe fatto piacere e avrebbe scatenato l’inferno, invece NO. Disse che se questa era la scelta lui accettava ma non poteva esporsi in prima persona. Nacque il problema che ci saremmo dovuti presentare senza simbolo ma stesso lui  accompagnò me e un’altra esponente del partito, in un noto centro di grafica e pubblicità a Melito, per creare il logo e dare un nome alla lista civica che avrebbe sostenuto Amente.

Era di giovedì, il pomeriggio tenevamo il direttivo finale per la ratifica della decisione. Mi chiese di raggiungerlo a casa, seduti sul divano mi disse che l’opinione pubblica non era favorevole ma era l’unica strada da fare. Mi disse che non sarebbe venuto e toccava a me portare tutti sulla stessa direzione ovvero appoggio ad Amente ma con lista civica. Mi chiese anche di incontrare, a fine riunione, Amente per comunicare la decisione ufficiale del partito. Segui le indicazioni alla lettera, quando poi in serata cambiarono le cose. Il commissario cittadino avvisó Carpentieri che l’ex Sindaco Bernardino Tuccillo aveva fatto richiesta di presentarsi col simbolo del PD visto che Carpentieri e Co. avevano virato su Amente. E solo per questo motivo Venanzio decise di scendere in campo. Bernardino aveva rovinato i suoi progetti ovvero portare Amente alla vittoria e di tenere il simbolo del PD illibato. Chiese a Cozzolino di far fare un comunicato da Roma per giustificare la sua scelta. Mi sentii deluso e tradito da tutti, volevo mollare e non presentarmi alle ultime elezioni. Andai a casa e mi misi a dormire, volevo mandare tutto all’aria.

Nel primo pomeriggio mi arrivó un messaggio, era Venanzio. Mi chiese di essergli d’aiuto. Che non  potevo abbandonarlo proprio nel momento del bisogno. Il sentimento di riconoscenza fu fortissimo nei suoi e nonostante tutto corsi in suo soccorso. Convinsi la mia amica Antonella Liuzzi, di correre con me e per Venanzio. Arrivammo nel suo studio,  ci ringraziò per il gesto che stavamo compiendo. Mi abbraccio e mi disse che la sua era una candidatura di bandiera e che non era suo interesse fare il consiglio comunale dopo l’esperienza di Sindaco. Fu una bella promessa, che mi motivó tantissimo al punto da risultare il più votato, contro ogni pronostico, del partito democratico.

Forse questo è stato il mio sbaglio più grande, arrivare primo. Da quel momento in poi volavano critiche verso il sottoscritto. Tanti amici di partito mettevano in dubbio la provenienza dei miei voti, ma decisi di superare il momento consapevole che quelle frasi erano dettate solo dalla rabbia.

Nel frattempo continuai a sentirmi e vedere con Carpentieri il quale dopo qualche giorno, durante un caffè al bar merlino, mi chiede di sostenere Amente con discrezione ma di sostenerlo. Diedi seguito alle sue parole, forse meno discreto di quello che mi chiese, fatto sta che una volta accusato del sostegno ad Amente non mi difense e anzi mi attaccó pubblicamente di averlo fatto.Questa è la verità.

Si é preso gioco del sottoscritto, abbusando della mia poca esperienza politica, con false promesse lanciandomi nel fuoco. Così si era compiuta la sua volontà(vittoria di Amente) e avere un alibi quando un giorno qualcuno gli chiedeva delle dimissioni. Ha cercato di capire, timidamente, il mio silenzio perché già sapeva in cuor suo. Per educazione ho taciuto per un anno ma ora è il momento di uscire allo scoperto visto che lui, insieme al commissario cittadino, col bene placido del segretario provinciale, organizzano un congresso falsa. Dove tutto è stato deciso già da Carpentieri e 4/5 intimi(nel vero senso della parola). Dove non sono state rese note a nessuno le regole del congresso e quale sia la base elettiva. Un congresso dove il più votato del partito e vice segretario provinciale dei GD ne è venuto a conoscenza solo mezzo stampa. Spero che l’onorevole Cozzolino e il segretario Costa mettano un freno alla deriva del PD Melito, perché se per qualcuno può significare la rinascita per tanti altri significherà fine. Infatti alla luce degli avvenimenti, mi dimetto dalla ad horas dalla carica di segreteria provinciale dei GD, anzi colgo l’occasione per ringraziare la segretaria Ilaria Esposito per la nomina. Sono stato per poco partecipe e mi scuso con lei, con tutto il gruppo dei GD e col gruppo che mi ha indicato.

Da oggi, riparto da Melito. Spero col Partito democratico, se realmente lo vogliono rendere aperto ai tanti democratici che si rivendono nei valori del partito, che col tempo si sono allontanati e/o ai tanti che hanno la volontà di farne parte, blocchino il congresso e diano vita a una discussione seria senza limiti. Altrimenti, sarò costretto e cercherò la collaborazione di tanti amici di creare e/o rafforzare un movimento democratico alternativo al PD melitese in una direzione riformista e progressista ma che si ispiri ai principi e ai volari che hanno dato vita al partito democratico”.

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