18.9 C
Napoli
mercoledì, Maggio 1, 2024
PUBBLICITÀ

Gli identikit di Matteo Messina Denaro, il volto del super latitante quasi uguale grazie ad un super pentito

PUBBLICITÀ

Nel corso di tutti questi anni si sono susseguiti identikit e notizie. Quattro anni fa si scrisse che il boss si fosse addirittura fatto la plastica al volto e ai polpastrelli, in Bulgaria. Notizia divultata assieme ai noti problemi di salute, dalla dialisi al fatto che non ci vedesse quasi più. Nel 2021 il volto di ‘Diabolik’ – questo uno dei soprannomi per la passione dei fumetti – finì al Tg2, ecco il latitante più ricercato d’Italia ripreso da una telecamera di sicurezza ad Agrigento. Appariva stempiato e con gli occhiali sul sedile passeggero in un suv. Un fantasma. Oggi, che conosciamo il volto reale del boss catturato dall’Arma dei Carabinieri, sappiamo con certezza che quelle ricostruzioni fotografiche erano attendibili.

Sviluppate con la tecnica dell’age progressing e grazie alle informazioni di alcuni collaboratori di giustizia, gli identikit diffusi dagli investigatori negli anni avevano catturato per grandi linee la reale fisionomia del boss. Tutto nasce da una foto ufficiale, scattata quando ancora giovane e non latitante, Messina Denaro aveva fornito la sua immagine agli uffici pubblici per ottenere un documento di riconoscimento.

PUBBLICITÀ

Se non proprio identico, molto somigliante. L’ultimo identikit di Matteo Messina Denaro, diffuso durante la latitanza del boss mafioso, non è molto dissimile dall’immagine reale del volto del capo di Cosa Nostra resa nota dopo la cattura lunedì mattina in una clinica privata di Palermo dopo una trentina d’anni di latitanza e varie condanne all’ergastolo a suo carico.

Il più recente

Il più recente identikit risaliva al 2014 ed era stato realizzato dal Gico della Guardia di Finanza seguendo le indicazioni di un pentito, Vincenzo Sinacori, che aveva raccontato che il boss, dopo un’operazione agli occhi per una patologia alla retina eseguita in Spagna, non aveva più gli occhiali modello anni Settanta con i quali compariva negli identikit precedenti.

La clinica di Barcellona

Fatalità anche in quel caso, dunque, c’entrava una clinica medica. Il responsabile sanitario, interrogato dagli inquirenti, confermò l’incontro e ammise agli inquirenti che quell’uomo soffriva di una patologia sera, tanto da ipotizzare che il capomafia sarebbe addirittura diventato cieco da un occhio. Il boss aveva fornito alla reception del centro oftalmico la sua vera data di nascita e rivelato la città di origine: Castelevetrano. Ma avrebbe detto di chiamarsi Matteo Messina, omettendo, dunque, il secondo cognome, Denaro.

Il cambiamento

Per il resto, il nuovo identikit, venne trasmesso dall’allora procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, che coordinava le indagini sulla ricerca del capomafia al Ros dei Carabinieri, allo Sco della Polizia e alla Dia: mostrava una stempiatura più alta rispetto alle precedenti ricostruzioni, la capigliatura ancora scura e le guance più appesantite dall’età. Quasi come l’abbiamo visto oggi, anche se Messina Denaro è stato fotografato di nuovo con gli occhiali.

Gli identikit

Ma come vengono eseguiti gli identikit? Polizia, Guardia di finanza e Carabinieri hanno propri disegnatori esperti che si basano sulle descrizioni dei testimoni, ma ora in aiuto arriva anche la tecnologia. Per esempio esistono programmi (dai più sofisticati impiegati dalle Forze dell’ordine a quelli più semplici che si possono scaricare anche online) che consentono «l’invecchiamento» del latitante (è il caso utilizzato nella vicenda di Matteo Messina Denaro) o della persona scomparsa (noti i casi di Emanuela Orlandi e di Denise Pipitone, che ne ipotizzano l’aspetto da adulte).

Intelligenza artificiale

Si parte spesso da un database composto da più di 16 milioni di foto segnaletiche ricavate anche dalle videocamere di sorveglianza, poi i software sono in grado di individuare in meno di un secondo se l’identikit di una persona corrisponde a un individuo con precedenti penali. I software specifici utilizzano le più moderne applicazioni di intelligenza artificiale (AI), tema intorno al quale ultimamente si è aperto un dibattito etico per la capacità dell’AI di simulare testi e discorsi «sullo stile di personaggi storici», ma del tutto inventati. Il programma esegue una mappatura biometrica del volto con l’utilizzo di punti e misure, dalla quale si ottiene un codice di individuazione. Questo poi viene confrontato con il database.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Accoltellato per aver difeso il figlio, in manette Abbinante junior

Una semplice richiesta di chiarimenti poi sfociata in una violenta aggressione. Con queste accuse nei giorni scorsi è stata...

Nella stessa categoria