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venerdì, Aprile 26, 2024
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Gravi malattie diagnosticate a pazienti sani per vendere cure miracolose, due finti medici nei guai

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Proponevano, anche a pazienti sani a cui però avrebbero diagnosticato gravi malattie, presunte sostanze curative rivelatesi invece dannose che, in un caso, avrebbero provocato addirittura la morte di una donna: due misure cautelari – arresti ai domiciliari e un divieto di dimora – sono state emesse dal gip di Benevento nei confronti di due fratelli – sedicenti medici – uno accusato dalla Procura di Benevento di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata (già eseguiti gli arresti domiciliari nei suoi confronti), e, il secondo, di lesioni aggravate (l’obbligo di dimora è invece in corso di esecuzione).

L’inchiesta è nata alla fine di marzo 2021, proprio dopo la denuncia presentata dai fratelli di una donna morta che era stata “curata” da uno degli indagati. E’ stato sequestrato del materiale in possesso degli indagati e sono stati sentiti diversi testimoni. Per l’accusa i due fratelli “approfittando dello stato di vulnerabilità dei loro numerosi pazienti, spesso terrorizzati per patologie immaginarie, esercitavano abusivamente l’attività sanitaria”. I due avrebbero agito “in assenza di qualsivoglia titolo abilitante, non limitandosi a prescrivere medicinali e rimedi presentati come naturali ma praticando sulle loro persone anche trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici”, scrive il procuratore capo, Aldo Policastro.

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L’attività era svolta nella provincia Beneventana, attirando e suggestionando clienti da diverse aree geografiche. I due fratelli, per gli inquirenti, vantavano un modello di cura diretto alle malattie oncologiche: dicevano di collaborare con un luminare ed esperto della medicina naturale in Germania. Praticavano trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele di sostanze non meglio specificate, dannose per la salute. Così sarebbe morta una 54enne che in realtà non aveva patologie e quindi non aveva bisogno di cure. La loro attività illecita non si sarebbe fermata neppure dopo il sequestro preventivo dell’appartamento che avevano adibito a studio medico.

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