Un colpo al cerchio e uno alla botte. O meglio: sparare contro i neri, per educare tutti, sia i bianchi che i neri. E poi passare all’incasso, specie in un periodo cruciale per l’economia criminale, a pochi giorni dal giro di boa di Ferragosto, quando la terza rata del racket – dopo Natale e Pasqua – bussa tradizionalmente alle porte di commercianti e bancarellari.
Ed è in questo scenario che viene fuori un’altra conferma: quel giovedì due agosto, al Vasto, sono stati due gli immigrati senegalesi ad essere colpiti nel corso di una sorta di «stesa» in stile camorristico. Non solo Cissé Elhadji Diebel, il 32enne colpito due volte alle gambe (un proiettile lo ha raggiunto all’inguine e si è conficcato miracolosamente nel telefonino cellulare), ma anche un altro suo connazionale. Nelle ore successive al raid, alcune indiscrezioni – circolate a mezzo social – avevano segnalato l’ipotesi di un secondo ferito, ma in questi giorni sono arrivate conferme dirette. È così che la seconda vittima di quella notte di paura in via Milano ha un nome e una storia: si tratta di un giovane uomo sotto la trentina, un ambulante di stanza a Napoli, spesso impegnato sulle spiagge della Campania. Un uomo di origine senegalese, che agli inquirenti non ha avuto problemi a dichiarare: «Ero in strada, ho sentito tanto frastuono, urla di paura, stavo per allontanarmi, quando ho avvertito un bruciore all’altezza del polpaccio».