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venerdì, Aprile 26, 2024
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Iran, manifestante 23enne impiccato in piazza. La polizia spara sui genitali e al seno delle donne

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Impiccato all’alba a poco più di un mese dalla condanna a morte. Mohsen Shekari, di 23 anni, era stato arrestato per aver partecipato alle proteste anti governative che scuotono l’Iran da quasi tre mesi. È stato ritenuto colpevole di «inimicizia contro Dio», per «aver bloccato una strada, aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere e avere ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio».

L’impiccagione di Mohsen Shekari

I familiari del ragazzo, che avevano presentato appello contro la sentenza di morte, hanno saputo che la condanna era stata eseguita mentre attendevano sue notizie fuori dal carcere dove era detenuto. Il corpo, ha fatto sapere lo zio, non è stato consegnato ai parenti. Quella di Shekari è la prima esecuzione di un manifestante di cui si è avuta notizia, anche se alcuni attivisti ritengono che ve ne siano già state altre e che altre 11 persone sono state condannate a morte. La magistratura iraniana ha confermato, infatti, nei giorni scorsi la pena capitale per cinque persone, per avere per aver ucciso a pugnalate un membro delle forze paramilitari Basij il 3 novembre a Karaj, durante duri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

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Le proteste in Iran 

Nonostante la repressione e gli arresti, proseguono le manifestazioni in Iran. A seguito della morte della ventiduenne Mahsa Amini, lo scorso 16 settembre, si moltiplicano i gesti di solidarietà (e la conseguente repressione) da parte di personaggi pubblici, attori e del mondo sportivo. Ricordiamo la manifestazione di sostegno da parte dei giocatori della nazionale iraniana di calcio che ai mondali in Qatar non hanno cantato l’inno. Ma anche all’annuncio di  Parinaz hajilou, 21 anni, membro della nazionale femminile di ping pong, che ha annunciato su Instagram il suo abbandono. E ancora due sorelle, Sara e Pari Baharvandi, entrambe nella squadra nazionale femminile di snooker (una specialità del biliardo), che hanno postato un video, a capo scoperto, in cui annunciano le loro dimissioni “a sostegno della libertà”.

La risposta da parte del governo italiano

«Il governo italiano è indignato di fronte alla condanna a morte di Moshen Shekari, giovane che si era unito alle manifestazioni per la libertà in Iran – ha detto il premier Giorgia Meloni -. Questa inaccettabile repressione da parte delle autorità iraniane non può lasciare indifferente la comunità internazionale, e non potrà fermare la richiesta di vita e libertà che viene dalle donne e dai giovani iraniani».

 

 

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