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sabato, Aprile 27, 2024
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L’avvocato di Alessandro Impagnatiello rinuncia all’incarico: “Non c’è rapporto di fiducia”

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Alessandro Impagnatiello ha detto di aver fatto tutto da solo durante il femminicidio di Giulia Tramontano. Questo è stato ribadito dal suo legale, Sebastiano Sartori, che lo ha incontrato nel carcere di San Vittore. L’avvocato ha poi rinunciato al mandato. Il legale ha da poco depositato l’atto di rinuncia in Procura a Milano spiegando che “è stata una questione fra me e il mio assistito” senza aggiungere altro.

Sebastiano Sartori non è più l’avvocato difensore di Alessandro Impagnatiello, il 30enne che a Senago, sabato 27 maggio, ha ucciso a coltellate la compagna incinta Giulia Tramontano. Il legale ha depositato l’atto di rinuncia al mandato in Procura a Milano «per motivi connessi al rapporto fiduciario» e dunque coperti da segreto professionale.

Sartori, lunedì mattina, ha incontrato Impagnatiello nel carcere di San Vittore e all’uscita ha concesso alcune dichiarazioni sul detenuto reo confesso, che ora si troverebbe in uno stato «di angoscia che sta venendo fuori sempre di più». L’avvocato, alla domanda se Impagnatiello avesse detto al gip dove si trova il coltello usato per l’omicidio, ha risposto «sì» e che l’arma sarebbe ancora «nell’abitazione, non l’ha buttata». E sull’ipotesi che Impagnatiello possa essersi servito di uno o più complici nella fase di occultamento del cadavere, Sartori ha riferito che «lui lo esclude».

Una delle cose che devono accertare gli investigatori è se sia stato aiutato a nascondere il corpo. “Lui lo esclude – ha detto Sartori alla Rai -. I dubbi degli investigatori dovete chiederli a loro”. Il coltello usato per uccidere Giulia “non l’ha buttato. Ha detto specificatamente dove sia”, ha aggiunto il legale. Dalle immagini della videosorveglianza si nota Impagnatiello, la notte dell’omicidio, fare la spola tra auto e la casa di Senago.

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Dunque dal video, ripreso nella notte tra il 28 e il 29 maggio, si nota il giovane entrare e uscire dalla sua abitazione con dei sacchi di plastica. Inizialmente sono vuoti, portati sotto al braccio, poi, sono pieni. Secondo quanto ammesso dallo stesso Impagnatiello all’interno c’erano gli stracci usati per tentare di eliminare le tracce dell’omicidio e alcuni oggetti sporchi di sangue.

IL VIDEO DI IMPAGNATIELLO

“La famiglia di Giulia fin da subito ha temuto questo tragico epilogo in quanto era difficile pensare che la loro figlia in attesa di un bimbo, nonostante il naufragio della relazione sentimentale, si fosse volontariamente allontanata da casa”. Lo ha spiegato all’ANSA Giovanni Cacciapuoti, l’avvocato del Foro di Napoli Nord nominato dai genitori di Giulia per gli accertamenti irripetibili disposti, ossia i rilievi scientifici di domani nella casa dove la giovane è stata uccisa da Impagnatiello e l’autopsia di venerdì. Il legale ha spiegato che non hanno nominato alcun consulente di parte, “ci affidiamo a quelli del pm”.

NUOVI PARTICOLARI

Sono emersi ancora nuovi particolari, raccontati dalla ragazza con cui il barman aveva una relazione parallela. La giovane ha detto che aveva paura per sé e per Giulia, perché non sapeva “che fine avesse fatto” la ragazza che aveva visto poche ore prima e perché non sapeva “di che cosa fosse capace” Impagnatiello. Tant’è che, viste le richieste “pressanti” di lui di poterla vedere in piena notte, un collega l’ha accompagnata a casa: perché anche sul posto di lavoro “erano preoccupati”.

La 23enne mercoledì scorso davanti agli investigatori ha ripercorso quello che è accaduto quattro giorni prima, fornendo dettagli importanti per consentire ai pm di fermare poco dopo Alessandro. Quel sabato pomeriggio, dopo aver scoperto tutto “dalle varie menzogne che mi aveva raccontato”, ha deciso di dare appuntamento a Giulia.

“ENTRAMBE VITTIME DEL BUGIARDO”

Non credeva più che davvero avesse chiuso con la sua compagna e men che meno che non fosse il padre di quel bimbo: “eravamo entrambe vittime di un bugiardo”. Proprio vicino all’albergo dove Impagnatiello e lei lavoravano, le due ragazze si sono viste. “Abbiamo chiacchierato tranquillamente. Siamo state insieme un’ora, dopo di che lei è andata via”. Un incontro “veramente cordiale” cominciato con un abbraccio “per solidarietà femminile” e concluso con la proposta di ospitarla a casa a domire, se ne avesse avuto bisogno. Lei disse di non preoccuparmi, ringraziandomi”. Nel mezzo le confidenze sul tradimento.

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