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sabato, Aprile 27, 2024
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Le Iene, arbitro ‘pentito’ fa scoppiare la bomba in serie A: “Gravi anomalie, errori inspiegabili al Var”

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Un arbitro di serie A, tutt’ora in attività, che ha deciso di parlare per amore del calcio. Ieri a Le Iene è andata in onda un’inchiesta sul sistema arbitrale italiano e sul Var. Un arbitro ha parlato di diverse partite dove a sbagliare non sarebbe stato solo l’arbitro ma anche il VAR nonostante ci fossero delle immagini chiare. Le partite in questione sono Juventus-Bologna, Genoa-Milan, Inter-Verona, Salernitana-Bologna e molte altre. Servizio di Filippo Roma e Marco Occhipinti.

Le parole dell’arbitro a Le Iene

«Per amore del gioco del calcio e perché credo ancora nei principi di lealtà sportiva, ma anche perché questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti di noi». Di lui non si sa niente, il tutto è stato registrato in forma anonima.

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Gli episodi contestati, Juve, Inter e Milan nel mirino

«Quest’anno ci sono stati tantissimi errori degli arbitri in campo e al Var che sono davvero inspiegabili, soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori — ha spiegato —. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?». Quindi alcuni riferimenti a fatti concreti: «Per esempio, è il caso del rigore negato al Bologna in Juventus-Bologna , o del fallo di mano di Pulisic prima del suo gol in Genoa-Milan, o del recente fallo di Bastoni su Duda in Inter-Verona, poco prima che l’azione proseguisse e si arrivasse al tanto contestato gol dell’Inter. In tutti questi casi, inspiegabilmente, non ha sbagliato solo l’arbitro in campo, ma anche la Var che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso».

Alcuni arbitri protetti e altri non tutelati

Alla base di tutto: «Una situazione insostenibile, che sta condizionando le carriere di molti di noi. Da come viene valutato un arbitro dipende il fatto che questo continui ad arbitrare o meno. Se le valutazioni dipendono da dinamiche, diciamo politiche, allora in questo modo c’è il rischio che si falsino i campionati. Molti di noi hanno la forte sensazione che non sempre i voti, le valutazioni e le eventuali retrocessioni o dismissioni a fine anno dipendano esclusivamente dalle nostre prestazioni durante le partite. Ogni volta che un arbitro viene chiamato alla Var può essere penalizzato nel voto che riceve dagli osservatori a fine partita, e se chi valuta gli arbitri sbaglia nella valutazione, siamo poi sicuri che fanno carriera solo e sempre i più bravi e che vengono retrocessi i più scarsi?».

Come interviene la Var, la scelta delle immagini

Secondo l’arbitro in questione non sempre l’intervento della Var durante le partite segue un criterio omogeneo. Dunque altri esempi: «Il rigore non assegnato al Milan in Milan-Roma, in cui la Var non interviene e il rigore dato all’Inter in Inter-Lazio, dove invece l’intervento del Var c’è stato. Ma non solo: a volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori. Poi si ha la sensazione che alcuni arbitri siano protetti e tutelati, sia nel voto che prendono a fine partita, sia nella spiegazione che dà la Can, la commissione arbitri nazionali, di alcuni episodi controversi. Il caso vuole che tutte le persone che si sentono penalizzate non vengano ritenute vicine allo schieramento che sostiene la prossima probabile candidatura di un certo gruppo del mondo arbitrale e che adesso occupa i ruoli di vertice. Il problema è che se ci sono arbitri che non sbagliano e vengono sanzionati e arbitri che sbagliano e sono protetti e vengono salvati. Questa cosa chiaramente non funziona».

I dubbi di Juventus-Verona. «Cinque arbitri vogliono denunciare»

Stando alla testimonianza dell’arbitro ci sono almeno cinque, tra arbitri e assistenti di serie A e B, che stanno ricorrendo alle vie legali per denunciare l’Associazione Italiana Arbitri per quelle che vengono ritenute gravi irregolarità: «Quando a sbagliare è l’arbitro alla Var, anche lui poi dovrebbe essere penalizzato, ma non sempre succede. Un esempio? Juventus-Verona: in queste immagini si vede che c’è una chiara manata di Gatti, difensore della Juventus, nei confronti di Djuric, attaccante del Verona. In questo caso si configura una condotta violenta che comporta l’espulsione del difendente.

Qui la Var non è intervenuta e non si capisce il perché. Sempre nella stessa gara infatti si verifica un’altra situazione, dove c’è una rete annullata alla Juventus. La Var decide di intervenire perché è valutato come scorretto l’intervento che opera Kean, l’attaccante della Juventus, nei confronti di Faraoni, difensore del Verona. In questo caso l’arbitro fa una sua valutazione in campo, così come il quarto uomo, e decidono per un normale contatto di gioco. Quindi decidono che l’azione è regolare e il gol viene convalidato. Qual è il criterio per cui in questo caso interviene la Var? È abbastanza clamoroso. Qui una leggera manata e c’è l’intervento del Var, nel caso precedente una vera e propria condotta violenta, uno schiaffo in pieno volto e non c’è l’intervento».

Il caso Juve-Roma e le immagini che non convincono

Dopo una prova così negativa, è scattata la sospensione per l’arbitro alla Var? No. Perché? Per un giudizio non molto convincente da parte del designatore: «A volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori», continua l’arbitro, che poi prende come riferimento il match fra Juventus e Roma: «In questo caso per capire se il giocatore della Juve che realizza la rete è in fuorigioco oppure no (cioè Rabiot), il Var ha scelto il frame del primo momento in cui il piede di Vlahovic (assistman) tocca il pallone.

È in questo istante che viene tracciata la linea per capire se il giocatore juventino sia in posizione regolare o meno. Dopo il primo contatto con il pallone però, se fate attenzione, la gamba di Vlahovic compie un movimento, è solo in questa posizione finale che il pallone si stacca dal suo piede. E, badate bene, che in questo spazio temporale che intercorre dal primo contatto a quando vediamo che la palla si stacca dal piede cambia tutto lo scenario per la determinazione geografica del fuorigioco».

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